Il settantatreenne Premio Nobel per la Letteratura 2021, il tanzaniano Gurnah, ha scritto: «Non sono come Virginia Wolf che all’età di 10 anni sapeva già di essere una scrittrice. Io mi sono ritrovato a scrivere qualcosa un giorno, come le persone di solito fanno. Poi si sono aggiunte nuove pagine. Infine, sono arrivato ad un punto in cui ho pensato: cos’è questa cosa che sto scrivendo? Lì sta la differenza tra buttare giù qualche riga e scrivere». Tra vocazioni “tardive” e l’importanza di chiedersi sempre il “perché” di quello che facciamo, non può che venire in mente la bella manifestazione di 50&Più che ogni anno (Covid permettendo) si svolge a Baveno, sulle rive del Lago Maggiore.
Tra creatività e cultura, le espressioni artistiche che si incontrano a Baveno sono sempre sorprendenti, a dimostrazione che l’età non è affatto un limite quando è accompagnata da un’autentica dimensione di senso. Una dimensione che forse è diventata ancora più rilevante dopo la lunga stagione pandemica che ha scosso la vita, le abitudini e gli animi di ogni generazione. Da una ricerca condotta da SWG per Impresa Cultura Italia – il Coordinamento di Confcommercio dedicato alla filiera culturale – emerge come le preferenze dei consumi culturali degli italiani siano fortemente provate dal Covid-19: una parte maggioritaria della popolazione ritiene prudente evitare i luoghi troppo affollati e pensa che l’offerta culturale dal vivo sia ancora molto ridotta, viceversa due terzi del campione (ma lo abbiamo visto anche nelle attività di 50&Più) usa molto più spesso il digitale rispetto al passato.
Il dato che fa più riflettere, tuttavia, sottolinea una cesura sociale profonda, tra le molte create da questa crisi: da una parte, metà del campione da quando è iniziata la pandemia passa molto più tempo a leggere, informarsi o a seguire attività culturali, che lo interessano sempre di più; dall’altra parte, una metà degli intervistati dedica meno tempo nella sua giornata alla cultura e – ancor più preoccupante – è sempre meno interessato a farlo. Contribuire a ricucire questo ennesimo strappo della crisi, incoraggiando l’interesse e la partecipazione all’arte e alla cultura, anche come “antidoto” agli effetti collaterali, ma spesso dolorosi, della pandemia, è quindi oggi più che mai una missione che una grande Associazione come la nostra deve continuare a porsi. D’altra parte, fare cultura e sostenerla – si sa – mantiene giovani. E, come diceva Alessandro Manzoni, ispirato dalle rive di un altro lago rispetto a Baveno: «Si dovrebbe pensare più a far bene che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio».
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