È la storia che a suon di tweet ha conquistato gli appassionati di giochi fantasy in tutto il web. Comincia dal racconto di un ragazzo francese, Antoine, che servendosi delle poche battute disponibili per ogni post di Twitter ha ricordato la nonna nel giorno del suo funerale. «Mia nonna è morta. I suoi funerali sono stati oggi, ma vorrei parlare di una cosa molto importante: il suo amore per Dungeons & Dragons (D&D)». Inizia così il primo dei venticinque post sulla nonna appassionata di questo gioco di ruolo nato nel 1974 dalla mente di Gary Gygax e Dave Arneson. Nonostante D&D venga definito come un gioco da tavolo, è molto più di un semplice gioco in scatola: esistono moltissime creature che fanno parte di questo universo come elfi, orchi e nani, e ognuna di loro viene interpretata attivamente dai giocatori. Ogni partecipante ha, così, il proprio personaggio con il quale affronta un’avventura a più puntate, calandosi in un’ambientazione immaginaria. Seguendo la storia raccontata da uno dei partecipanti (che in gergo viene chiamato “master”) i giocatori vengono catapultati in un’altra realtà in cui devono affrontare imprevisti, battaglie e duelli magici. Un divertimento che Antoine ha pensato di condividere con sua nonna: «Ha iniziato a 75 anni, poco più di un anno fa. Un giorno le chiesi semplicemente se avesse voluto provare e, come sempre quando le si presentava qualcosa di nuovo, mi ha detto: “Certo!”. Quindi abbiamo creato un personaggio insieme».
«Mia nonna ha scelto di essere uno gnomo della foresta perché le piaceva molto il fatto di poter parlare con piccoli animali. Abbiamo realizzato la scheda del suo personaggio scegliendo i suoi primi incantesimi. Quando le ho chiesto se avesse un nome in mente, mi ha risposto: “Non lo so, ne troverò uno entro domani”. Quella notte è successo qualcosa che neanche io mi sarei mai aspettato: è andata su internet a leggere qualsiasi cosa potesse trovare sugli gnomi. A malapena conosceva Google, eppure eccola lì a navigare tra gli articoli di Wikipedia e nei siti di fan di D&D. Il giorno dopo, prima di iniziare la prima partita, ha rivelato il suo nome a me e agli amici che giocavano con noi. Il suo personaggio si chiamava “Terminatur”. E lo aveva anche disegnato. Non sapeva dell’esistenza dell’altro Terminator (quello con Arnold Schwarzenegger, ndr): ha semplicemente unito il vocabolo “termite” a “natura” perché le piaceva l’idea di gnomi che vivono nelle tane e perché voleva che il suo personaggio fosse particolarmente legato alla natura».
«Il racconto che avevo ideato per loro iniziava in una casa infestata dai fantasmi. È stato in quel momento che ho capito che mia nonna si sarebbe innamorata dei giochi di ruolo. Completamente immersi nell’avventura, lei e i miei amici hanno deciso di entrare nella casa stregata ed esplorarla un po’ quando, ad un certo punto, sono stati attaccati dal tavolo della cucina, stregato a sua volta. Mia nonna era davvero spaventata dall’ambientazione leggermente horror, ma ha sorriso per tutto il tempo. Stava vivendo il gioco intensamente, tanto che a volte doveva chiudere gli occhi per calmarsi. Io non sono mai stato un narratore particolarmente bravo, ma lei mi ha fatto sentire come se lo fossi. L’aveva presa molto seriamente, tanto che un giorno ho invitato lo gnomo Terminatur a far parte di un gruppo ecologico chiamato “il Cerchio della Mano Verde” inviando una lettera al vero indirizzo di mia nonna. Era estasiata. Ha risposto mandandomi una lettera scritta interamente dal personaggio e l’ha coperta di vecchi francobolli raffiguranti alberi e draghi».
«Gli ultimi mesi sono stati complicati: stava combattendo contro il cancro, ma le cose hanno preso una brutta piega. A volte, il dolore e gli effetti della chemioterapia erano difficili da sopportare e non poteva giocare, ma lo faceva ancora quando riusciva e periodicamente aggiornava il disegno che aveva fatto del suo personaggio. Aveva persino inventato il nome della nostra gang. Nel corso di queste avventure, infatti, i giocatori indossavano collane formate da piccoli ciondoli vinti in ogni episodio e che io stesso distribuivo ad ognuno di loro come premio: c’erano medaglie, anelli, denti di mostro… Ci chiamò “les Bijoutiers Fantaisistes” (I Gioiellieri Fantasiosi), un nome così azzeccato che abbiamo deciso di adottarlo e spesso lo abbreviavamo in BF».
«Meno di un mese fa, la malattia si è estesa a tutto il corpo. È stata ricoverata in ospedale e vi è rimasta fino al giorno in cui se ne è andata, la mattina del 21 agosto. L’ultima cosa che mi ha detto è stata “Non cambiare mai, non perdere mai l’amore per la tua famiglia e continua a giocare a Dungeons & Dragons”. Adesso le avventure de I Gioiellieri Fantasiosi andranno avanti senza il loro gnomo, ma in tutte le mie partite future, i giocatori sentiranno parlare di quel leggendario viaggiatore: uno gnomo con un’oca sulla testa che schiocca la frusta e scompare nel nulla. Ecco la nonna migliore del mondo. Mi manca già». Dopo aver letto questa storia sono arrivati moltissimi tweet di risposta degli appassionati del gioco che hanno salutato la nonna con parole di ammirazione e, in alcuni casi, risposto ad Antoine con alcuni disegni del personaggio da lei ideato.
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