Instagram, Facebook, Twitter, Snapchat sono i temi in voga nell’era dei “millennials”: i ragazzi nati intorno agli anni 2000, testimonial dello sviluppo digitale e collegati alla rete. Il termine ultimo per fare parte di questa compagine è fissato attorno ai 36 anni dopo i quali si entra di diritto nella categoria dei “perennials”. Una controparte più matura che, in realtà, non si basa sull’età anagrafica, ma sull’attitudine mentale, sull’essere al passo con le novità e su una visione globale del mondo. Il termine è stato coniato nel 2016 da Gina Pell, imprenditrice digitale cinquantunenne, sulla rubrica “The What” dell’Huffington Post.
“I perennials sono persone curiose e sempre in fiore, di tutte le età, consapevoli di cosa sta accadendo nel mondo. Sono al passo con la tecnologia e hanno amici di ogni età” scrive la Pell su questo nuovo termine. “Anche i millennial possono essere perennials, così come lo sono gli ottuagenari e i bambini. Sono una categoria di persone che si lascia coinvolgere: sono curiosi, appassionati e creativi. Possono essere dei mentori perché sono collaborativi e sanno assumersi dei rischi perché continuano a spingersi oltre i limiti dei pregiudizi.”
Un invito a non lasciarsi sopraffare dal gap generazionale che è stato colto soprattutto dal mondo della moda in continua ricerca di senior in salute e attivi, perenni appunto. Secondo il Financial Time, gli over 60 di oggi sono molto più produttivi e contemporanei rispetto a quelli di trent’anni fa fino a diventare il target di una moltitudine di prodotti e servizi. Si stima che i consumi di questa fetta di popolazione possano aumentare del 58% entro il 2032 contro l’incremento del 13% che raggiungeranno i millennials. “Il futuro sta in un modo di pensare che guarda oltre, adottato anche da società come Netflix e Amazon che profilano i loro clienti in base ai loro gusti e non alla loro età.” specifica Gina Pell in un’intervista rilasciata a The Telegraph.
Fa parte di questo segmento “perenne” anche la modella americana Iris Apfel, classe 1921, emblema del rapporto tra senior e moda. Si definisce “l’adolescente più attempata del mondo” e nella sua autobiografia racconta di aver raggiunto il successo dopo gli ottant’anni. Testimonial per marchi come Coach e Citroën, ideatrice di una linea di make-up per MAC e di una collezione di gioielli, dallo scorso gennaio la signora Apfel ha ufficialmente stipulato il suo primo contratto con l’agenzia di modelle IMG Models.
Molto prima di diventare una modella ha intrapreso numerose carriere, anche di un certo rilievo. Subito dopo l’università ha collaborato con la rivista newyorkese Women’s Wear Daily, considerata “la Bibbia della moda”, e nel 1948 ha avviato un’industria tessile con il marito Carl che hanno chiuso 44 anni dopo per andare in pensione. È stata anche l’interior designer della Casa Bianca arredando le stanze che hanno frequentato i presidenti da Truman a Clinton, ma nonostante tutto quando nel 2005 il direttore del Metropolitan Museum of Art l’ha contattata per realizzare una mostra sulla sua collezione di abiti e gioielli, molti newyorkesi si sono interrogati sull’identità di questa arzilla signora. Da allora non ha mai smesso di attirare nuovi fans, tanto da raggiungere più di un milione di followers su Instagram. Durante un’intervista al Venerdì di Repubblica ha affermato di sentire l’età solo come un numero: “Di solito gli anni non mi fanno effetto, però ieri sono passata dal medico e gli ho detto: ‘Non posso credere di avere quasi un secolo!’ E lui: ‘Non sei l’unica, Iris. Nessuno riesce a crederci!’Io sto bene, sono in forma, ho solo qualche problema di udito e me lo tengo. Se non pensassi notte e giorno al lavoro probabilmente sarei morta. Dico sempre che invecchiare non è roba da mammole: bisogna tenere allenati cuore e mente.”
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