Da vent’anni nella Casa Residenza per anziani “Il Corniolo” si tiene un Concorso per poesie e racconti brevi. L’iniziativa, nata nel Comune di Baricella (BO), è cresciuta e con il tempo ha finito per coinvolgere anche gli ospiti di molte altre case di riposo dell’Emilia-Romagna. A poco a poco si è persino aperta a nuove sezioni: dalle residenze è passata ai centri diurni e alle strutture per persone disabili.
Un concorso che sfida il Covid
Ma in tempi di Covid, si sa, diventa tutto più complesso da organizzare e gestire. «Ci siamo subito chiesti se fosse il caso di andare avanti – ha dichiarato Nicola Sisto, responsabile del Corniolo -. Sapevamo che la raccolta delle opere sarebbe stata complessa, che alcune categorie non avrebbero potuto partecipare – i centri diurni erano chiusi -. Ma poi abbiamo pensato alla felicità dei partecipanti e abbiamo capito che dovevamo farcela anche quest’anno».
Neanche a farlo apposta il tema di questa edizione del 2020 è stato “il viaggio”, qualcosa di cui siamo stati privati negli ultimi mesi. Si tratta ovviamente di una scelta effettuata prima dello scoppio della pandemia e che è stata mantenuta in corso d’opera. Infatti, come sottolinea Loredana Naborri dello Sportello socioeducativo del Comune di Baricella, esistono molti tipi di viaggi. C’è quello interiore, quello emozionale, quello passato e quello che invece si vorrebbe intraprendere. Ognuno ha in mente il suo.
I racconti e le emozioni della premiazione
Il tempo di adattarsi alle nuove disposizioni di sicurezza, ed ecco arrivare oltre 90 testi, tra racconti e poesie, tutti pubblicati sul sito del Comune di Baricella. Tra i tanti viaggi quest’anno c’è il racconto di chi ha percorso i pochi metri tra la propria stanza nella casa di riposo e il reparto Covid, ed ora può raccontare di aver sconfitto il virus. E poi c’è il signor Adriano, specializzato nel lavorare il legno, che ha ricorda la sua esperienza in America, dove si era trasferito per abbellire le splendide ville della Florida. Anche se, ha ammesso, “Nessun posto è come casa”.
Durante la premiazione, avvenuta pochi giorni fa su una piattaforma online, la webcam ha inquadrato le famiglie che partecipavano all’evento e i volti degli ospiti delle strutture coinvolte. Le emozioni non sono mancate, tra applausi e saluti. Tra le voci dei nipoti che si congratulavano con i nonni o dei coniugi separati (chi vive in casa, chi in struttura) che approfittavano del momento per incontrarsi una volta in più.
Dal libro al palcoscenico il viaggio è breve
Dopo un lavoro di adattamento alcune delle opere del concorso stanno diventando anche testi teatrali, cui partecipano, in veste di attori, gli stessi anziani delle strutture. «Una volta abbiamo portato in scena il rapporto tra nonne, nipoti e rispettivi fidanzati di una volta – hanno ricordato gli organizzatori -, un’altra volta abbiamo parlato di mondine. Sul palcoscenico, tre signore raccontavano le loro esperienze in risaia. Loro non lo sapevano, ma tra i nostri ospiti, in prima fila, c’era l’autrice dei loro canti, mondina prima e con loro».
L’importanza della memoria nel racconto degli anziani
Oggi sappiamo che tra i diversi tipi di memoria c’è quella a lungo termine. Riguarda gli eventi più lontani, quasi fossero chiusi in un archivio. Ed è proprio questa a rimanere più viva negli anziani, che riescono senza troppa difficoltà a ricordare i dettagli del loro passato. Motivo per cui è sbagliato sostenere che gli anziani “perdono” la memoria. In realtà sono abilissimi a ricordare i fatti e ricostruire la loro storia ed in questo senso sono anche – e soprattutto – una preziosa testimonianza del passato. Grazie ai loro racconti, sono loro ad aiutarci ad osservare il passato con prospettive diverse.
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