Agire, per il bene di tutti, anche a costo di andare controcorrente; spesso non è facile e serve una buona dose di coraggio. In questo, però, possiamo prendere esempio dagli anziani
Folti capelli bianchi, il dorso nudo, nelle mani una torcia con la quale darà fuoco al sottobosco. Così è stato ripreso Conrad Maralngurra, un anziano di Nawarddeken, mentre brucia l’erba della sua terra per proteggerla dagli incendi di fine stagione. Con questo scatto – Saving forests with fire – Matthew Abbott vince il premio “World Press Photo Story of Year 2022”.
Non solo. Con questa immagine il fotografo trentottenne apre – seppure involontariamente – a una riflessione. Gli anziani, dell’altra parte del mondo e di casa nostra, compiono azioni destinate a diventare buone pratiche, perché non si impegnano solo per interessi personali, ma allargano il campo d’azione e raggiungono la collettività.
La foto dell’anziano indigeno australiano mostra come la comunità Mamadawerre, in Australia, difende la foresta da incendi altrimenti incontrollati che potrebbero distruggerla, con una tecnica detta “combustione a freddo”.
Nell’immagine il fuoco, e l’impegno di un uomo. Ma anche il racconto di una conoscenza fondata sull’esperienza: quella che si ottiene con uno sguardo diverso sulle cose. L’anziano sa che l’incendio della foresta potrebbe essere ancora più devastante se l’area fosse piena di detriti e li brucia per evitarlo. Il suo gesto è un atto di responsabilità in funzione degli altri, dell’ambiente e della comunità in cui vive.
Gli anziani, dell’altra parte del mondo e di casa nostra, compiono o possono compiere azioni capaci di contribuire al benessere della comunità, o a proteggerla. E a dirlo non sono solo le storie in cui ci imbattiamo ogni giorno ma anche i numeri. Qualche anno fa, prima che la pandemia resettasse molti aspetti sociali, un rapporto del Censis, Gli anziani una risorsa per il Paese, aveva evidenziato come in Italia circa un milione di anziani fosse impegnato in attività di volontariato, a beneficio della comunità.
Anche qui in Italia, a Roma e in altre città, gruppi di anziani effettuano lavori di manutenzione e decoro perché le aree verdi urbane – spesso abbandonate e senza gestione alcuna – non finiscano nel degrado ma possano essere messe in sicurezza affinché grandi e piccoli ne fruiscano. Si occupano di arare prati, riparare giostre, svuotare cestini. Sono gesti che rendono fruibili luoghi di aggregazione e scambio intergenerazionale.
Mettersi al servizio della comunità con azioni anche quotidiane è possibile, diventano “buone pratiche” da emulare. E se appaiono in controtendenza rispetto alle regole stabilite forse è un buon segno, perché il cambiamento inevitabilmente tende a scardinare le logiche esistenti.
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