Lo scorso anno il tasso di nascite in Italia ha raggiunto il minimo storico dall’Unità d’Italia. Secondo quanto riportato dall’Istat, infatti, nel 2019 le nascite sono diminuite di oltre 19mila unità (-4,5%) rispetto all’anno precedente.
Ma perché gli italiani non fanno più figli? I motivi sarebbero legati alla riduzione della popolazione in età feconda con generazioni sempre meno numerose alla nascita. Una denatalità osservata già a partire dalla seconda metà degli anni Settanta. Ma non solo. L’incertezza lavorativa e occupazionale dei giovani italiani, che spesso trova soluzione superati i 30 anni, sembrerebbe un’altra delle cause principali. Ma anche chi decide di fare figli, in molti casi si affida ai nonni per ricevere un sostegno economico ed emotivo.
Lo studio dell’Università di Groningen: nonni disponibili vuol dire più nipoti
Ed è proprio la figura dei nonni a giocare un ruolo decisivo nelle scelte di vita della famiglia. Lo rivela uno studio condotto da Roberta Rutigliano, ricercatrice al Centro ricerche demografiche dell’Università di Groningen, in Olanda. Con l’aumento delle aspettative di vita, infatti, i senior di oggi hanno maggiori probabilità di vivere per molti anni mentre i loro figli sono adulti. Questo si traduce anche nella preziosa opportunità di ricoprire un ruolo importante quando arrivano i nipoti. Il livello di supporto e di assistenza nella loro gestione, infatti, può determinare persino l’arrivo di altri eredi.
Un’influenza positiva che nasce dal minor peso sulle spalle dei figli e da una gestione più facile della genitorialità. Ma non in tutti i Paesi questo aiuto è percepito allo stesso modo. Sulla base di tradizioni culturali, livelli di welfare e tassi demografici, infatti, sono stati esaminati 11 Paesi europei suddivisi in tre grandi aree. Quelli con politiche indirizzate a favorire la crescita demografica come Francia e Belgio, quelli definiti “tradizionali” come Italia, Spagna, Svizzera, Austria, Grecia e Germania e quelli “egalitari” in cui esiste una suddivisione paritaria nei carichi di lavoro domestico e dove il welfare è molto sviluppato (Paesi Bassi, Danimarca e Svezia).
I Paesi “tradizionali”
Nei Paesi europei definiti “tradizionali” (come Italia, Spagna, Svizzera, Austria, Grecia e Germania) c’è una forte asimmetria tra l’enfasi posta sulla famiglia e le effettive politiche famigliari. I livelli di sostegno forniti alla famiglia dallo Stato, infatti, non rispondono pienamente ai bisogni dei cittadini. In questi Paesi, circa il 50% dei nonni fornisce assistenza all’infanzia almeno occasionalmente e di questo gruppo una buona parte si occupa dei nipoti quotidianamente. Inoltre, i bambini sotto ai 3 anni vengono lasciati in strutture per l’infanzia tra il 6% e il 28% dei casi, mentre i nonni se ne prendono cura in una percentuale che varia tra il 30% e il 60%.
I Paesi a favore della crescita demografica
Tutt’altra storia per quanto riguarda Francia e Belgio dove sia le politiche che le tradizioni culturali sostengono la formazione della famiglia. La copertura per l’assistenza all’infanzia, ad esempio, è molto più alta in questi Paesi rispetto ad altri dell’Europa continentale. La percentuale di bambini sotto i 3 anni che frequentano strutture per l’infanzia è del 40% in Belgio e circa del 45% in Francia. Non per questo, però, i nonni sono meno partecipi. Più del 50% dei nonni francofoni, infatti, concorda fermamente sul fatto che è loro dovere essere presenti per i nipoti. Inoltre, del 60% dei nonni che si prendono cura dei nipoti almeno occasionalmente, circa il 20% fornisce assistenza quasi ogni giorno. Percentuali inferiori a quelle registrate nei Paesi “tradizionali”, ma maggiori di quelle degli stati “egualitari”.
I Paesi “egualitari”
Nei Paesi come Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, più del 65% dei nonni fornisce assistenza all’infanzia almeno occasionalmente. Tuttavia, solo il 5% di questi nonni passa del tempo con i nipoti quotidianamente, raggiungendo così la quota più bassa in Europa. La percentuale di bambini sotto ai 3 anni che frequentano strutture per l’infanzia è di circa il 50% nei Paesi Bassi e in Svezia, ma è vicina all’80% in Danimarca. In questi Paesi, invece di promuovere una famiglia tradizionale, la preoccupazione principale è il raggiungimento di un modello di ruolo sessuale più egualitario. Uno degli elementi centrali, infatti, è la legislazione sul congedo parentale che ha preso il posto del congedo di maternità, coinvolgendo entrambi i genitori.
Le conclusioni
Sono state esaminate sono anche le condizioni di salute dei nonni, la loro età, il tempo libero di cui dispongono e la vicinanza geografica tra loro e i figli. I risultati hanno evidenziato che nei Paesi dove le politiche familiari sono considerate insufficienti, soprattutto Spagna, Italia e Grecia, la disponibilità dei nonni a prendersi cura dei nipoti in modo regolare influenza positivamente la propensione alla natalità. Mentre in Danimarca, Olanda e Svezia la propensione dei nonni a prendersi cura dei futuri nipoti non sembra determinare spostamenti significativi nelle previsioni di natalità.
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