Al top il Nord Est con Bergamo sul podio, il Sud si conferma fanalino di coda. Roma cinquantanovesima. Meglio le città piccole delle metropoli. Ecco i risultati dell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia
L’edizione 2024 dell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle città italiane porta alcune conferme e molte novità. L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane basandosi su sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. Tra gli indicatori utilizzati, i depositi bancari, la raccolta differenziata, i rischi di frane e alluvioni, le mensilità di stipendio necessarie per acquistare casa, gli omicidi, qualità di vita di anziani e bambini.
Bergamo: da simbolo della pandemia a modello di rinascita
Guida la classifica delle 107 città italiane Bergamo, luogo simbolo del Covid, che nel 2020 era al 52° posto. Oggi è anche 13° per la qualità della vita degli anziani, con un tasso di natalità del +3, o%. Secondo e terzo posto per due habitué della qualità della vita: Trento e Bolzano, che beneficiano da tempo delle eccellenze nel settore demografia, salute e società, essendo tra le migliori città italiane per anziani e bambini. Ma anche per i depositi bancari, il ridotto numero di famiglie con Isee basso, il basso tasso di occupazione. Con il Trentino-Alto Adige, predominano Lombardia e Veneto. Al 4° posto di Monza Brianza, seguono Cremona (1° per laureati), Udine, Verona (6° per cultura e tempo libero) e Vicenza. Anche il Nord ha le sue “pecore nere”: Savona (69°) e Imperia (79°).
Il Sud fanalino di coda, ma cresce il Pil pro capite
Non cambia la posizione delle città italiane del Mezzogiorno, destinate ancora ad occupare la parte bassa della classifica della qualità della vita, dall’ottantatreesima posizione di Catania in poi. Messina è 91° in generale, 106° per qualità di vita degli anziani, ma con un tasso di natalità del + 1,6% , Palermo è 100° ma al primo posto per trend del Pil pro capite e Napoli 106° e 107° in classifica per mortalità evitabile (0-74 anni). Per finire, la Calabria con Cosenza 102° e Reggio Calabria 107°, ultima delle ultime, anche per la qualità della vita di bambini, giovani e anziani. Il trend del Pil pro capite premia anche Caltanissetta e Nuoro. Il valore tendenziale delle presenze turistiche di Isernia, Frosinone ed Enna fa registrare i valori più elevati.
Le metropoli italiane in affanno
La top 10 della classifica è lo specchio di un Paese in cui le grandi città cominciano a manifestare diverse fragilità. Spicca infatti l’assenza delle metropoli, Bologna a parte che – anche se in calo rispetto al 2° posto del 2023 -, guadagna una onorevole 9° posizione. Bene anche Milano con la 12° posizione e la leadership per la sezione affari e lavoro. Firenze (prima per qualità della vita delle donne) è 36° dopo essere stata in zona top 10 per tre anni consecutivi e Roma (prima per furti di auto ma anche per cultura e tempo libero) scende di 24 posizioni al 59º posto. Torino, 58°, perde 22 posizioni. Le aree metropolitane rimangono il baricentro della produzione di ricchezza: il 41% del Pil nazionale si concentra in questi territori e Roma e Milano, da sole, fanno circa il 20%.
Focus sulle categorie, il meglio e il peggio della classifica
Le classifiche premiano l’eccellenza in diverse aree. Biella si distingue per la ricchezza e i consumi, Milano per gli affari e il lavoro, Brescia per l’ambiente e i servizi, Bolzano per la demografia, la salute e la società, Ascoli Piceno per la giustizia e la sicurezza, e Trieste per la cultura e il tempo libero. In negativo, Napoli ultima per ricchezza e consumi, Taranto per affari e lavoro, Firenze per giustizia e sicurezza. Isernia per demografia e società, Reggio Calabria per ambiente e servizi, Enna per cultura e tempo libero.
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