Intervenire, tutti e subito, per amore della Terra e per il futuro dei giovani. Questa l’esortazione di papa Francesco in “Laudate Deum”, questo il nostro dovere
Papa Francesco lo sta ripetendo da tempo: «Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli». L’allarme del Pontefice sui conflitti che tornano a sconvolgere il pianeta si aggiunge a quello sui disastri ambientali contenuto nella recentissima esortazione apostolica Laudate Deum. «Mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura». Esortazione con toni inusuali, quasi da tempi ultimi, che tuttavia non trova la giusta eco e soprattutto sembra inascoltata.
Da giorni assistiamo al divampare del nuovo conflitto in Medioriente scatenato dall’attacco terroristico e senza precedenti di Hamas contro Israele. Ultimo capitolo di una guerra infinita che sconvolge la Terra Santa e che rischia di allargarsi pericolosamente alimentando altre forti tensioni internazionali. Soprattutto se si tiene in considerazione il conflitto tra Russia e Ucraina nel cuore dell’Europa e i nuovi equilibri mondiali con una Cina sempre più determinata a contrastare la leadership statunitense.
Di fronte a questi scenari drammatici che irrompono nella nostra vita attraverso i media, dopo le prime reazioni di sconcerto e indignazione, c’è il pericolo dell’assuefazione. O del senso della distanza per qualcosa di così lontano dalla nostra vita da apparire irreale. D’altra parte, cosa possiamo fare di fronte a una guerra mondiale “combattuta a pezzetti” o ai disastri ambientali provocati dall’uomo? E quale pianeta lasceremo in eredità alle generazioni future?
Mi rendo conto che sono tematiche sconfinate. Sono problemi giganteschi che ci sovrastano e per i quali non abbiamo né risposte né soluzioni immediate. Eppure, la via ancora una volta ci è indicata da papa Francesco che nella Laudate Deum ci invita ad agire subito, perché non c’è più tempo da perdere. Perché “il cambiamento viene dal basso”.
Sant’Agostino, ogni volta che il suo popolo si lamentava per l’oscurità dei tempi, ricordava loro che “i tempi sono determinati dalle scelte e dalle azioni delle persone che li abitano”. A ogni livello, partendo dalle piccole cose e facendo ognuno di noi la propria parte. Tradotto in concreto questo significa agire nel nostro quotidiano, nelle scelte che facciamo e nelle decisioni che prendiamo. Nell’educazione che trasmettiamo ai nostri figli e nipoti, nell’esempio che diamo a loro.
A giugno, dalle pagine della nostra rivista, abbiamo affrontato – tra gli altri – il tema della ecologia integrale, questione centrale dell’enciclica di papa Francesco. È un tema che ci sta davvero molto a cuore. Siamo genitori, siamo nonni, siamo cittadini. Molti di voi, cari lettori, attraverso decenni di attività imprenditoriale, hanno maturato un forte senso di responsabilità verso il futuro.
Abbiamo tutti il dovere di essere “presenti” dando il nostro contributo in termini di attenzione all’ambiente e alle persone e rifiutando la logica dell’odio. Non abbiamo un pianeta di riserva e non possiamo lasciare ai nostri nipoti un’eredità così pesante. La prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Dubai è chiamata ad accettare questa sfida epocale e ad assumere una posizione netta, in difesa della casa comune.
“Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato” – scrive Tolkien nel Signore degli Anelli -. Il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo al fine di lasciare, a coloro che verranno dopo, terra sana e pulita da coltivare”.
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