WhatsApp è senza dubbio una delle applicazioni più usate in Italia per chattare, ma anche effettuare chiamate e videochiamate. Ma quante informazioni raccoglie mentre utilizziamo i suoi servizi?
I dati che possiede provengono da diverse fonti. In primo luogo ci sono quelli che l’utente fornisce volontariamente come il numero di telefono, necessario per l’accesso e la registrazione, la propria posizione o il contatto di un altro soggetto se condivisi nelle chat. Poi esistono i dati raccolti in automatico che riguardano il modo in cui si utilizzano i servizi dell’App, la frequenza e la durata della nostra permanenza sulla piattaforma, le funzioni che utilizziamo. E ancora le foto, le immagini e tutto ciò che rientra nella sezione “info”. WhatsApp è anche in grado di raccogliere informazioni sul livello di batteria del telefono, sulla potenza del segnale e sull’operatore mobile utilizzato.
Privacy su WhatsApp: il contenuto dei messaggi
Rispetto ai messaggi, dal 2016 WhatsApp ha introdotto la crittografia end-to-end, una misura di sicurezza che tutela la privacy di mittente e destinatario impedendo la lettura dei contenuti a chiunque altro. La società Meta di Mark Zuckerberg, che controlla anche Facebook e Instagram, l’ha resa un’impostazione predefinita per gli oltre due miliardi di utenti. Perciò non è in grado di leggere o estrarre dati dai messaggi inviati, compresi foto, video, messaggi vocali, documenti, aggiornamenti di stato. Durante il trasferimento di un contenuto, i dispositivi che decodificano i contenuti crittografati devono verificare e scambiare codici di sicurezza. Ma se è vero che la crittografia protegge il contenuto delle nostre comunicazioni, non significa che la privacy degli utenti non possa essere tutelata ancora di più.
Il backup o salvataggio dei dati
Nel backup della chat e dei dati, ossia nel salvataggio dei contenuti per poterli eventualmente reperire in caso di cambio o perdita dello smartphone, le nostre informazioni vengono archiviate all’interno di Google Drive o iCloud, uno spazio virtuale di archiviazione che varia a seconda del sistema operativo che si utilizza. Anche in questo caso, se si sfruttano i backup di WhatsApp è consigliabile usare la versione crittografata, che è stata integrata dall’azienda solo nel 2021. Per utilizzarla basta entrare in WhatsApp, andare su “Impostazioni”, “Chat”, “Backup delle chat” e scegliere “Backup crittografato end-to-end”. Questo tipo di salvataggio richiede una password separata, che è importante non perdere altrimenti non si avrà più accesso ai propri dati salvati.
L’autenticazione a due fattori
L’autenticazione a due fattori aggiunge un ulteriore passaggio al processo di accesso a un account. Nella maggior parte dei casi comporta l’utilizzo di un codice di sicurezza generato da un’App, un codice inviato via sms o tramite una chiavetta fisica, ma nel caso di WhatsApp e di accessi ripetuti nel corso della giornata, potrebbe risultare scomodo. In questo caso può essere attivata da “Impostazioni” e “Account” impostando un pin di sei cifre, che verrà poi richiesto per sicurezza ogni volta che tenteremo di aggiungere il nostro numero a un nuovo dispositivo.
I messaggi ad autodistruzione
In caso di necessità di maggiore privacy su una specifica conversazione, si può ricorrere ai messaggi effimeri, ossia quelli che si autodistruggono. Per impostare questa modalità come predefinita nelle nuove conversazioni, basta andare in “Impostazioni”, “Privacy”, “Timer predefinito messaggi” e selezionare la durata dei messaggi tra 24 ore, 7 o 90 giorni. Per le conversazioni già esistenti, bisogna aprire la chat, cliccare sul nome della persona nella parte superiore dello schermo, selezionare “messaggi effimeri” e impostare il timer.
Visualizza una sola volta
Oltre ai messaggi effimeri, per le foto e i video WhatsApp ha attivato la funzione “Visualizza una volta”, che consente di aprire il messaggio solo una volta, senza possibilità di tornare indietro una volta chiuso il contenuto. Con questa funzione, chi riceve non può fare lo screenshot.
Privacy su WhatsApp: blocco dei messaggi
WhatsApp ha anche due funzioni che aiutano a proteggere i messaggi nei casi in cui il telefono sia in mano ad altre persone. Innanzitutto, è possibile attivare un blocco dell’App a meno che non la si sblocchi con Face Id di Apple o altri sistemi biometrici per Android. Per attivare la funzione, basta andare su “Impostazioni”, “Privacy” e selezionare “Blocco app” (ovviamente è necessario attivare prima le opzioni biometriche). È inoltre possibile bloccare le singole chat sul telefono, quindi per inviare dei messaggi sarà richiesto di inserire il codice di sblocco del dispositivo oppure il volto o l’impronta digitale se impostati. All’interno della chat basta cliccare “Info chat” e “Lucchetto chat”. In questo modo la conversazione verrà spostata in una nuova cartella a cui si potrà accedere scorrendo verso il basso nella scheda Chat.
Aumentare ancora la privacy
Inoltre, ci sono delle procedure per impedire agli altri di aggiungerci direttamente ai gruppi. Vi si accede dall’impostazione “Gruppi”, che può essere modificata scegliendo “i miei contatti” o “i miei contatti eccetto…”. Chi vorrà aggiungere il nostro numero a un gruppo dovrà quindi inviare la richiesta che potremo accettare o meno.
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