A guardarla da vicino, l’estate 2020 non sembra affatto differente dalle altre. Almeno, fronte mare.
Siamo stati a Ostia, il lido della Capitale, dove si sono riversati a frotte per godersi un po’ di relax in quest’ultimo weekend: il primo di luglio, dall’inizio della pandemia.
Appena messo piede in spiaggia, ciò che stupisce di più non è tanto la moltitudine di gente che ha gremito gli arenili, quanto gli assembramenti che – pur dovendo essere scongiurati – sono ovunque: negli stabilimenti – meno -, ma soprattutto nelle spiagge libere. Specie quelle attrezzate. Le stesse in cui per raggiungere la riva è tutto uno slalom tra i lettini.
I senior, i più indignati
Sono proprio i senior i più indignati. «Pare un “tana libera tutti” – ci dice una signora sulla settantina -. È veramente assurdo». Cosa per altro condivisa dai tanti che la circondano, come una donna, sua coetanea: «Io gliel’ho detto al bagnino: non c’è distanziamento. Lui mi ha riposto: “Senta, io non ce posso fa niente. Se non je va bene, cambi spiaggia”».
Ma a ben guardare, la situazione sulle spiagge è la stessa ovunque. Nei lidi privati il distanziamento tra i lettini c’è, ma giusto sotto gli ombrelloni. Per la calura, in tanti se li portano a riva e lì le distanze saltano, senza che nessuno intervenga.
«Distanziamento?», fa un uomo sulla sessantina seduto al bar. «I tavolini sembra siano disposti abbastanza bene. Il problema è che molta gente non porta la mascherina e si avvicina ai banconi». «Ma come fai a tene’ tutto sotto controllo – confida un bagnino -. Purtroppo siamo a luglio, e in più stamo ar mare».
Non sembrano prenderla altrettanto bene neppure i primi della fila: quelli che, arrivati molto presto al mattino, si sono accaparrati la postazione davanti al mare. «Se ti rilassi un attimo, non sai cos’hai alle spalle. Ti alzi e ti ritrovi che hai gente sotto. La vede la signora qui dietro? Ecco, starà a non più di venti centimetri. Menomale che son girata e che tra un po’ me ne vado».
Le famiglie, più rispettose delle distanze
Chi non ci pensa a mollare la presa sono invece le tante famiglie con bambini. Spesso composte da genitori, nonni e nipoti. Sono loro a dirci: «Preferiamo mantenere le distanze. Stiamo attenti soprattutto ai bambini. Ma che vuole fare: la domenica è così…».
È così e presumibilmente lo sarà ancor più col passare dei giorni. Al punto che c’è già chi giura: «L’anno prossimo non mi faccio incastrare con lo stabilimento: tanto i controlli non ci sono né qui né altrove». Un uomo in particolare, sessantenne, ci dice: «Vi sembra normale che ci si debba portare da soli i lettini a riva? Che per arrivarci debba passa’ tra un lettino e l’altro e c’ho du centimetri de’ spazio? Chi gestisce, gestisce male».
L’assenza di controlli e la speranza che il Covid sia clemente
In tanti lamentano l’assenza di controlli. «C’è la Guardia di Finanza che passa con le moto d’acqua», assicura una donna, ma il problema è che a terra nessuno si affaccia. Di frequente, infatti, notiamo che c’è anche chi si concede un massaggio a pagamento sotto al sole che, se illecito nelle stagioni passate, col Covid dovrebbe proprio essere messo al bando.
«Noi abbiamo pagato l’ingresso ma non sapevamo che saremmo finite nella ressa», racconta una donna. «Speriamo che sia il Covid a essere clemente – fa la sua amica -. Noi stiamo proprio remando contro».
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