In tre anni, dal 2019 al 2022, la spesa per importare gas naturale è aumentata del 588,71%. I picchi di prezzo dell’energia hanno innescato una risposta inflattiva significativa. “La transizione energetica – ha detto il presidente del Coordinamento FREE, Attilio Piattelli – rappresenta un’opportunità economica per abbassare i costi energetici e garantire stabilità”.
“La crisi del 2022 ha dimostrato come i picchi di prezzo dell’energia abbiano innescato un’inflazione significativa, ridotto la competitività delle imprese e aggravato le difficoltà economiche dei cittadini. Riteniamo utile, urgente e indispensabile che il problema energetico nazionale salga in cima alla lista delle priorità dell’azione politica italiana”. Queste le parole di Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) che – insieme a Ecofuturo – ha organizzato una conferenza stampa e un webinar per richiamare l’attenzione sul tema cruciale dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, in continuo rialzo.
Serve accelerare la transizione verso fonti energetiche rinnovabili per favorire la stabilità dei prezzi
Durante l’evento, Piattelli ha sottolineato l’urgenza di porre la questione energetica al centro dell’agenda politica nazionale. Secondo il Rapporto Draghi, nonostante la riduzione rispetto ai picchi del 2022, i prezzi dell’energia in Europa rimangono da tre a cinque volte superiori rispetto a quelli degli Stati Uniti. L’Europa deve accelerare la transizione verso fonti energetiche rinnovabili per diminuire la dipendenza dal gas naturale e favorire la stabilità dei prezzi. Tuttavia, il mercato energetico europeo è ancora legato alle fluttuazioni del gas, il cui prezzo stabilisce frequentemente il valore marginale, anche se rappresenta solo il 20% del mix elettrico.
Siamo tra i Paesi europei più dipendenti dal gas nel mix energetico elettrico
“In Italia, nel 2022, la spesa per le importazioni di gas naturale è salita a 85,4 miliardi di euro dai 12,4 miliardi del 2019, un incremento del 588,71% che testimonia la vulnerabilità del sistema”, ha rimarcato Piattelli. L’Italia è tra i Paesi europei più dipendenti dal gas nel mix energetico elettrico, con solo il 43,8% di rinnovabili, una condizione che si traduce in prezzi dell’energia più elevati rispetto ad altre nazioni come Spagna e Germania, dove le rinnovabili coprono una quota oltre il 60% del fabbisogno energetico. Un divario che comporta un costo medio dell’energia in Italia superiore fino al 40% in confronto alla Spagna e del 30% per la Germania.
Dati recenti dimostrano che l’incremento della quota di energia rinnovabile può ridurre significativamente i prezzi dell’elettricità: tra maggio e settembre 2024, in Italia si è registrato un contributo delle FER superiore al 50% e oltre 1.000 ore con prezzi zonali inferiori a 65 €/MWh. “La transizione energetica rappresenta non solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità economica per abbassare i costi energetici e garantire stabilità», ha concluso Piattelli.
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