Il riscaldamento globale sta cambiando anche gli habitat delle zanzare, che cominciano a diffondersi sempre più a Nord. In alcuni casi sono portatrici di malattie trasmissibili all’uomo, come il virus Dengue, per cui l’Oms ha lanciato un allarme. Ecco alcuni consigli su come prevenire le punture di zanzara.
Nel Regno Unito un progetto di ricerca dell’Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria, insieme al Centro per l’ecologia e l’idrologia, punta a valutare il rischio di contrarre malattie tramite la puntura di questi fastidiosi insetti, esaminandoli come vettori di agenti patogeni. Il programma di studio avrà una durata di tre anni e prevede anche lo screening degli uccelli migratori per individuare altri eventuali malattie trasmissibili all’uomo.
Le punture di zanzara
Uno studio importante, ma che non deve portare ad alcun allarmismo in vista dell’estate e dell’arrivo di questi indesiderati ospiti. Le punture di zanzara, infatti, sono piuttosto comuni, specialmente nel tardo pomeriggio delle giornate più calde. Anche se la fastidiosa zanzare tigre punge anche di giorno, causando una reazione ancora maggiore. La risposta a una puntura può variare da persona a persona, ma tendenzialmente porta alla formazione di pomfi di diverse dimensioni che danno prurito per diversi minuti.
Prevenire le punture di zanzara
La prevenzione delle punture di zanzara, di qualunque specie si tratti, è uno strumento fondamentale per la tutela della nostra salute e in particolare per quella delle persone più a rischio. Con l’arrivo dell’estate è dunque fondamentale l’uso di repellenti, abiti adatti e zanzariere, oltre alla rimozione delle acque stagnanti e alla disinfestazione delle aree dove le zanzare sono particolarmente presenti. Ma, come già detto, non tutti vengono punti con la stessa frequenza. È provato, infatti, che le zanzare siano sensibili al calore e a determinati odori, che le indirizzano verso la loro “preda”. L’insetto tende a prediligere persone che hanno sulla pelle elevati livelli di acidi carbossilici o che hanno temperature più alte e maggiori livelli di acido lattico, come accade negli sportivi. Diversi studi recenti stanno cercando di analizzare le preferenze delle zanzare, in modo da realizzare in futuro strumenti sempre più efficaci per evitarne le punture.
Gli studi sui “gusti” delle zanzare
I ricercatori del Virginia Tech, ad esempio, hanno provato a catturare il profumo della loro pelle dopo essersi lavati con quattro differenti tipi di sapone. Analizzandolo, poi, sono arrivati alla conclusione che le zanzare mostravano delle preferenze per le tre tipologie fruttate o floreali, ma non per l’essenza al cocco.
Un altro studio, condotto in Zambia dalla John Hopkins Bloomberg School of Public Health, è definito come il più grande test a scelta multipla per zanzare. In un tendone di mille metri cubi, infatti, gli scienziati hanno condotto una serie di esperimenti in diverse condizioni climatiche. All’interno del tendone si trovavano 8 tende monoposto dove far alloggiare per alcune notti altrettanti volontari. Il loro odore è stato trasportato tramite dei tubi al tendone centrale, dove erano collocate le zanzare, in modo che potessero percepirlo. Qui il test olfattivo è stato effettuato osservando come gli insetti si posizionavano sulle piattaforme collegate ai tubi, dei dischi in alluminio riscaldati a una temperatura di 35 gradi per mimare quella umana. Come ipotizzato, l’esperimento ha dimostrato che correnti d’aria, calore, anidride carbonica, odori e anche la vista influenzano il movimento delle zanzare. Alcune persone risultano più attrattive di altre proprio a causa del loro odore, riconducibile a una serie di composti volatili.
Verso repellenti più efficaci
“Una scoperta importante del nostro studio è che gli acidi carbossilici e l’acetoino – sostanze prodotte dalle ghiandole sebacee e dal microbiota – sono associati a un’elevata attrazione. Mentre l’eucaliptolo invece ha una bassa attrattività”, ha spiegato uno degli autori, Diego Giraldo. “Non possiamo ancora confermare se l’eucaliptolo agisca come repellente, ma speriamo di fare un test molto più grande per confermarlo. Speriamo che questo screening ci permetta di trovare più composti presenti nell’odore umano che respingano le zanzare, dato che studiando questi aspetti avremo informazioni su quali diete o comportamenti potrebbero alterare gli odori emessi da una persona per ridurne l’attrattività.”
Il virus Dengue
Ricerche di questo tipo sono importanti anche nell’ambito del monitoraggio del virus Dengue. L’allarme lanciato dall’Oms nell’aprile scorso per l’alto tasso di contagio raggiunto in Argentina è legato alla modalità di diffusione. L’infezione, infatti, si diffonde proprio attraverso la puntura di una zanzara che precedentemente abbia già punto un’altra persona infetta. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità circa la metà della popolazione mondiale è attualmente a rischio di contagio, con un numero annuo di infezioni stimato fra i 100 e i 400 milioni di casi all’anno.
Quali zanzare sono portatrici del virus?
Le zanzare conduttrici del virus sono quella della febbre gialla o Aedes aegypti e la zanzara tigre o Aedes albopictus. Se la prima è presente esclusivamente nelle regioni tropicali, quindi non in Italia, la seconda è diffusa anche nel nostro paese e nel resto dell’Europa meridionale, perché trova un clima favorevole alla proliferazione.
La Dengue in Italia
Ogni anno in Italia i casi di virus Dengue segnalati sono decine, ma si tratta solitamente di infezioni contratte all’estero, da viaggiatori che hanno soggiornato in America Latina, Sud Esta asiatico e Africa. Il rapporto più recente è del 2022 e rileva 114 casi confermati. La presenza della zanzara tigre deve indurre a una maggiore attenzione, soprattutto per i soggetti fragili, in particolare portatori di malattie cardiovascolari o diabete.
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