Sono passati quattro anni da quel martedì 8 novembre 2016 in cui Donald Trump divenne Presidente degli Stati Uniti d’America. Come da tradizione, infatti, la campagna elettorale dei candidati statunitensi si chiude il martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre.
Come si vota in America
Quest’anno la corsa alla Casa Bianca si concluderà il 3 novembre e con lei anche la propaganda iniziata ormai più di un anno fa. Una campagna difficile, vessata dalla pandemia in corso, e che in molti casi ha già fatto il proprio corso. Più di 60 milioni di americani, infatti, hanno già votato per posta o approfittato della possibilità di votare in anticipo offerta dalla maggior parte degli Stati per evitare assembramenti. Una differenza con il sistema di voto italiano, ma non la sola. L’altra è costituita dal sistema di elezione che in America è indiretto.
I cittadini di ogni Stato americano, infatti, non votano direttamente il futuro Presidente, ma i grandi elettori, ovvero i personaggi politici (democratici o repubblicani) che potrebbero diventare deputati o senatori. E saranno i grandi elettori, a loro volta, a scegliere il Presidente degli Stati Uniti. È quindi facile immaginare l’importanza dello spoglio che avverrà il 3 novembre. Scoprire il numero dei big di uno o dell’altro partito, infatti, determinerà automaticamente la vittoria di uno dei due candidati. A chiunque si trasferirà (o rimarrà) nella Casa Bianca bastano 270 grandi elettori. A questo punto resta solo da approfondire il profilo dei due sfidanti che corrono per la Casa Bianca: chi sono allora i due candidati di queste Presidenziali così complesse?
Il candidato senior dei Democratici: Joe Biden
Da una parte c’è lui: Joseph Robinette Biden Jr, classe 1942, membro e candidato della fazione democratica americana. Noto come Joe Biden, il democratico si è laureato in Scienze Politiche nel 1965, specializzatosi poi in Legge e divenuto avvocato. Nel 1970 è stato eletto senatore per il Partito Democratico in rappresentanza dello Stato del Delaware, incarico che ha svolto in maniera ininterrotta fino al 2009. Negli stessi anni, la sua vita è stata segnata da un gravissimo lutto familiare. In seguito ad un incidente stradale che coinvolge la moglie e i suoi tre figli, perde la consorte e la figlia, mentre anni più tardi, il primogenito Beau, sopravvissuto al sinistro, muore a soli 46 a causa di un male incurabile.
Nonostante tutto, però, Biden ha continuato la sua attività politica e nel 2009, durante l’amministrazione di Barack Obama, viene nominato Vicepresidente. Diventa così il primo cattolico a ricoprire questo incarico e verrà riconfermato anche dopo le presidenziali del 2013. Nel 2017, proprio il Presidente Obama lo insignisce della Medaglia Presidenziale della Libertà, la massima onorificenza del Paese. La medaglia è stata assegnata “con distinzione”, onore concesso prima solo ad altre tre personalità: il Presidente Ronald Reagan, il Segretario di Stato Colin Powell e il Pontefice Giovanni Paolo II.
Il candidato senior dei Repubblicani: Donald Trump
Lo sfidante Donald Trump è senz’altro più famoso. Se non altro per la carica che ha ricoperto negli ultimi anni. Figlio di un facoltoso imprenditore di New York, da cui fu influenzato nel proposito di intraprendere la stessa carriera, Donald John Trump nasce nel 1946 a New York. Ha frequentato la business school all’Università della Pennsylvania, lavorando al tempo stesso nell’azienda paterna di cui è divenuto socio dopo essersi laureato. Più tardi ha rilevato in prima persona la gestione della compagnia e durante la sua carriera imprenditoriale ha fatto costruire torri di uffici e grattacieli tra cui la celebre Trump Tower di New York.
A renderlo celebre, però, sono state la gestione del marchio e lo stile di vita. Sono numerose, infatti, le sue apparizioni in film, serie Tv e persino in concorsi di bellezza di fama mondiale. Nel 2016, prende parte alle primarie repubblicane in previsione delle elezioni presidenziali, ottenendo il maggior numero di delegati e diventando quindi il candidato del partito. Inizia così una corsa che vincerà l’8 novembre contro Hillary Clinton e che lo vedrà entrare alla Casa Bianca il 20 gennaio 2017. Avendo già compiuto settant’anni al momento della sua nomina è divenuto il presidente più anziano, superando Ronald Reagan (divenuto presidente quando ne aveva 69).
L’affluenza al voto e le previsioni
Quello di Trump è un primato che potrebbe rinnovare alle Presidenziali di quest’anno o che potrebbe passare nelle mani di Biden, visto che il candidato democratico ha quasi 78 anni. La lotta tra i due, comunque, è stata accesa e sentita, costellata anche da difficoltà dovute al Covid e alla sua complessa gestione. E nonostante le precauzioni adottate per evitare assembramenti e mantenere il distanziamento sociale, si stima che il 3 novembre si presenterà ai seggi una percentuale compresa fra il 30% e il 50% dei votanti.
Come accaduto negli ultimi anni, inoltre, anche quest’anno l’elezione si deciderà soprattutto in una quindicina di Stati in bilico fra Repubblicani e Democratici. Le proiezioni, infatti, sono altalenanti e tutto sembra ancora possibile, anche se i sondaggi nei principali Stati “indecisi” vedono in testa Biden. Un dato che si è consolidato nei giorni immediatamente successivi al secondo dibattito fra i candidati e che secondo gli osservatori avrebbe costituito l’ultima occasione per “cambiare le carte” da parte di Trump. Eppure, non si è registrato alcun cambiamento significativo.
I voti degli over 65
Tra due sfidanti così diversi, comunque, è difficile trovare similitudini. Anche se un punto comune c’è: sono senior. Ed è proprio su questo fattore che hanno puntato. «Voi non lo sapete, nessuno lo sa, ma anch’io sono un senior. Tutti dicono che siete vulnerabili, non lo siete affatto», dice Trump nello spot televisivo. Una strategia utilizzata per riconquistare la fiducia dell’elettorato over 65 persa a causa della gestione della pandemia. Ma anche Joe Biden parla ai senior: «Quanti di voi, come me, non hanno potuto abbracciare i nipotini negli ultimi sette mesi?».
Senior che parlano ai senior, dunque. Secondo i sondaggi, però, la fascia over 65 preferirebbe il candidato democratico. Un dato straordinario se si pensa che nelle precedenti presidenziali Trump strappò quello stesso elettorato alla sfidante Clinton con ben 7 punti di vantaggio. Ma questa volta c’è il Covid. E con lui anche rischi per la salute dei più anziani che, nonostante godano in via esclusiva del sistema sanitario semi-gratuito, si sentono in pericolo.
© Riproduzione riservata