Nel mondo anglosassone si definisce “predatory marriage”. Si tratta di quel matrimonio celebrato con una persona vulnerabile e non completamente nel pieno delle sue facoltà.
Il termine nasce in Canada, dove diverse province hanno incluso nelle proprie leggi degli elementi di tutela specifica per casi di incapacità al consenso in cui è stato contratto il vincolo. Nel Regno Unito indurre al matrimonio con la coercizione è reato dal 2014. Esiste anche un servizio di sostegno per le vittime di questa pratica. Gli ultimi dati disponibili, infatti, sono del 2019 e parlano di 1355 casi accertati. La maggior parte di questi coinvolgono persone con disabilità psichica di tutte le età, ma soprattutto anziani.
Predatory marriage: la storia di Daphne Franks
In Inghilterra una donna di 62 anni, Daphne Franks, si è fatta portavoce del movimento delle vittime dei matrimoni indotti. La scelta è avvenuta dopo aver scoperto che la madre 87enne, affetta da demenza, si era sposata in segreto con un uomo che si era sempre dichiarato suo amico, che frequentava la sua casa, la accudiva e la portava spesso in gita. Un personaggio in apparenza amorevole e disinteressato, sul quale, però, Daphne e i suoi fratelli si erano interrogati più volte. Tanto da allertare anche i servizi sociali che non avevano mai riscontrato rischi particolari. Alla morte della signora era emersa la verità. In una delle giornate fuori porta i due si erano sposati, e ora l’uomo ereditava la casa dove nel frattempo si era trasferito, dopo aver venduto le sue proprietà.
La lotta contro il predatory marriage
Dopo la sua esperienza familiare, Daphne ha cominciato a spendersi per modificare la legge che prevede l’eredità automatica del coniuge di tutti i beni personali, a meno che non ci sia un testamento scritto con altre disposizioni. Dal 2017 ad oggi ha incontrato centinaia di famiglie che si sono ritrovate in situazioni analoghe senza riuscire a intervenire in tempo. “In assenza di un’eredità certa verrebbe meno l’incentivo a circuire le persone – ha spiegato la donna – e a convincerle a sposarsi senza che abbiano realmente coscienza del passo che compiono.”
Nel 2018 il parlamentare laburista Fabian Hamilton ha presentato un disegno di legge sul “predatory marriage” che però non è stato ancora tradotto in legge, ma quella contro l’induzione al matrimonio di persone vulnerabili è ancora una battaglia aperta. “È scioccante che qualcuno possa sposarsi senza rendersene conto – ha dichiarato il deputato – a causa della demenza di cui soffre; per questo è giunto il momento di aggiornare le nostre leggi sul matrimonio che risalgono al XIX° secolo e assicurarci che le persone fragili non si trovino mai più in quella posizione”.
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