Dal 1° aprile 2025, le aziende italiane dovranno obbligatoriamente stipulare polizze catastrofali, contro le calamità naturali. Nonostante le richieste di proroga, il governo conferma la scadenza, sollevando preoccupazioni tra le imprese.
Obbligo di assicurazione per le imprese italiane
A partire dal 1° aprile 2025, tutte le imprese italiane saranno tenute a sottoscrivere una polizza assicurativa contro i rischi catastrofali, tra cui alluvioni, esondazioni, inondazioni, terremoti e frane.
Questa misura, introdotta per limitare l’onere finanziario dello Stato, si inserisce in un contesto in cui l’Italia affronta sempre più frequentemente eventi naturali devastanti. Attualmente, il governo spende annualmente tra i 4 e i 5 miliardi di euro per risarcire i danni causati da calamità naturali.
Con l’introduzione dell’obbligo assicurativo, l’obiettivo è redistribuire parte di questo peso economico sulle imprese, incentivandole a proteggersi con strumenti finanziari adeguati.
Polizze catastrofali: nessuna proroga
Nonostante le forti pressioni da parte di associazioni di categoria e partiti politici per ottenere una proroga dell’obbligo, il governo ha deciso di mantenere invariata la scadenza del 31 marzo 2025. La decisione è stata presa per garantire un’implementazione tempestiva della norma e scongiurare ulteriori ritardi in un contesto in cui i cambiamenti climatici rendono sempre più urgente un sistema di protezione efficace.
Tuttavia, molte aziende ritengono che il tempo a disposizione per adeguarsi sia insufficiente, soprattutto per le piccole imprese che potrebbero incontrare difficoltà nella scelta delle coperture più adeguate.
Copertura assicurativa: beni e rischi inclusi
Secondo l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), la copertura obbligatoria riguarda tutti i beni aziendali elencati nell’articolo 2424 del codice civile. Tra questi rientrano edifici, impianti, macchinari e attrezzature utilizzate per l’attività d’impresa. L’assicurazione dovrà quindi coprire i danni derivanti da eventi catastrofali, proteggendo gli asset fondamentali delle aziende e riducendo il rischio di interruzioni prolungate dell’attività economica.
Sono esclusi dall’obbligo i beni già coperti da polizze simili, anche se stipulate da soggetti diversi dall’imprenditore. Questo significa che le aziende che hanno già sottoscritto coperture specifiche potranno evitare ulteriori oneri, mentre per le altre sarà necessario stipulare una nuova polizza.
Costi e impatti sulle piccole e medie imprese
Le piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano il cuore del sistema economico italiano, hanno espresso forti preoccupazioni riguardo ai costi e alla complessità della nuova normativa. Secondo alcune stime fornite dal portale Facile.it, il costo di una polizza per una piccola impresa potrebbe variare da poche centinaia fino a diverse migliaia di euro l’anno, a seconda del livello di rischio e della localizzazione dell’attività.
Problematiche nell’applicazione della nuova normativa
Oltre ai costi, un’altra sfida cruciale riguarda l’efficacia dell’applicazione della normativa. Attualmente, non è chiaro quale sarà il meccanismo sanzionatorio per le aziende che non si adegueranno all’obbligo.
Senza un sistema di controllo e penalità adeguato, esiste il rischio che molte imprese decidano di non assicurarsi, riducendo l’efficacia della misura e facendo lievitare i premi per chi invece si adegua. Inoltre, rimangono dubbi sulla possibilità di personalizzare le polizze in base alle diverse esigenze settoriali, un aspetto fondamentale affinché la norma non risulti penalizzante per le imprese meno esposte ai rischi.
Verso una maggiore resilienza alle calamità naturali
L’obbligo di assicurazione rappresenta un passo importante verso una maggiore resilienza delle imprese italiane nei confronti delle calamità naturali. Con un territorio ad alto rischio idrogeologico e sismico, il sistema produttivo italiano è esposto a perdite economiche potenzialmente devastanti in caso di eventi estremi.
Anche se, per garantire che questa misura sia davvero efficace, sarà necessario monitorare attentamente l’andamento dei costi assicurativi e intervenire laddove si presentino distorsioni nel mercato.
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