I podcast conquistano il pubblico. A dirlo sono i dati di ascolto: dodici milioni di persone dedicano agli approfondimenti audio on demand una media di quasi quattro ore settimanali. Eppure questo mercato non paga in termini di pubblicità, perché raccoglie meno di 10 milioni di euro.
Gli ultimi dati dell’Osservatorio Digital Content del Politecnico di Milano mostrano come i podcast si siano ormai ritagliati uno spazio importante nel panorama dei nuovi media, facendo emergere programmi narrativi che si basano su una storia, con un alto livello di registrazione e montaggio.
Alle origini del podcast
I podcast cominciano a diffondersi negli Stati Uniti nel 2004, e dopo dieci anni arrivano al successo con “Serial”, un prodotto audio di giornalismo investigativo che ha permesso di riaprire alcuni casi giudiziari americani, e per qualità di scrittura è stato paragonato a grandi serie tv come House of cards e True detective.
In Italia è stato inizialmente usato dalle radio come tecnologia per rendere disponibili i programmi mandati in onda anche in un secondo momento, on demand.
Il podcast oggi
Dopo dieci anni di ulteriore crescita in termini di ascoltatori e varietà e qualità di contenuti, nel settembre scorso Spotify, il servizio di musica in streaming più diffuso e attuale leader del settore podcast anche in Italia, ha accorpato le sue unità di produzione podcast per ridurre i costi, ma allo stesso tempo ha dichiarato di avere più di 100 milioni di ascoltatori regolari (nel 2019 erano 10 milioni).
Insomma al successo non corrispondono introiti di pari entità, e si prevede che solo alla fine di quest’anno si raggiungerà il pareggio in questo settore. Per contenere i costi Spotify si sta orientando sul modello “YouTube”, basato sul lavoro dei creator e la vendita pubblicitaria, piuttosto che sull’acquisizione di grandi produzioni esclusive molto più care.
I numeri dei podcast in Italia
Nel 2023 gli ascoltatori italiani di podcast sono stati 11,9 milioni. Sono soprattutto under 35 (39%), e in generale persone che non seguono i media tradizionali. Le caratteristiche del pubblico spiegano in parte la scelta di promuovere soprattutto i “branded podcast”, ossia le serie audio sponsorizzate direttamente da aziende, fondazioni, banche.
Ma non tutti gli ascoltatori le apprezzano, anzi, il 41% secondo i dati dell’Osservatorio Branded Entertainment, li trova troppo commerciali. Bisognerà quindi studiare sempre nuove strategie per ottimizzare la raccolta pubblicitaria su prodotti creati per un pubblico sempre più esigente e attento.
I podcast nel mondo
Entro il 2025, gli ascoltatori di podcast nel mondo dovrebbero superare i 500 milioni, un numero pari a circa il 23,5% di tutti gli utenti di Internet. Lo Stato con più ascoltatori è la Svezia (47%), seguito da Brasile e Irlanda che superano il 40%. Gli Stati Uniti si fermano al 34%, il regno Unito al 31%, il Canada e l’Australia fra il 30 e il 39%. Fra le nazioni che ascoltano meno podcast ci sono il Belgio, il Marocco, il Pakistan, la Cina e il Giappone, il cui pubblico di ascoltatori si ferma al 5%.
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