Se vi dicessimo The Crown, Il Trono di Spade o La Casa di Carta qualcuno di voi potrebbe non sapere di cosa stiamo parlando. Ma siamo quasi certi che la maggior parte dei nostri lettori saprebbe che si tratta di Serie Tv. Che le si guardi o no, infatti, negli ultimi anni il fenomeno delle “storie a puntate” è diventato sempre più celebre tanto che sono stati coniati termini come “binge watching” o “binge racing” in riferimento a chi fa vere e proprie scorpacciate di Serie Tv. L’avvento dei telefilm, in effetti, si colloca poco dopo l’invenzione della televisione, ma ha conosciuto il suo massimo splendore da quando nelle nostre case sono approdate tecnologie come Netflix, Sky, Prime, Infinity e tante altre. Le piattaforme di intrattenimento televisivo ci offrono l’opportunità di riguardare le nostre Serie Tv preferite ogni volta che vogliamo senza dover attendere l’uscita dell’episodio successivo.
Over 50, spettatori e protagonisti
Un bel vantaggio che, nei primi tre mesi del 2020, con la complicità del lockdown, ha fatto fruttare a Netflix quasi sedici milioni di nuovi abbonati al mondo per un totale di 183 milioni di utenti. Tra questi ci sono anche molti over 50 che, negli ultimi anni, hanno visto sempre più senior tra i protagonisti delle loro serie preferite. Ne avevamo già parlato a marzo dello scorso anno, citando serie Tv come Grace and Frankie, Il metodo Kominsky, Wanderlust, Derek e After Life, ma anche la più celebre Signora in Giallo, andata in onda per tanti anni sui canali Rai.
L’impegno di “Mamma Rai”
In effetti, nel mare delle piattaforme a pagamento, è proprio la Rai a volersi impegnare nel dare più spazio ai senior e tante altre categorie. Secondo il Contratto di Servizio 2018-2022, infatti, “Mamma Rai” dovrebbe mettere in evidenza una pluralità di contenuti nei suoi programmi per raggiungere le diverse componenti della società in termini di genere, generazioni, disabilità, identità etnica, culturale e religiosa. Ma per capire il punto di partenza, Carer – Osservatorio di Pavia ha eseguito un monitoraggio con cui rilevare e valutare la moltitudine dei temi trattati, l’aderenza alla realtà rispetto alla rappresentazione del Paese e la qualità dell’informazione. L’analisi ha preso in esame 1.100 programmi di Rai 1, Rai 2 e Rai 3 trasmessi nel corso del 2019 dalle ore 06:00 alle ore 02:00.
La situazione attuale: le donne senior, le meno rappresentate in Tv
Tra le persone coinvolte a vario titolo nelle trasmissioni, i giovani compresi nella fascia di età dai 18 ai 35 anni risultano sottorappresentati. I minori, poi, costituiscono meno del 3% degli ospiti/intervistati, pur rappresentando il 17% circa della popolazione italiana. Un problema riscontrato anche nella classe di età over 65 che compare il 15,5% delle volte, a fronte del 22,6% nella popolazione reale. In particolare, le donne senior sono quelle meno presenti.
La rappresentazione delle professioni, invece, risente di distorsione mediatica. Si registra, infatti, una sovra-rappresentazione di celebrità spesso conduttrici o ospiti di programmi Rai. Una scelta che mette in primo piano figure come politici, rappresentanti della società e accademici, rappresentando soltanto nel 17% dei casi i ruoli secondari o di dipendenza.
Anche l’attenzione alla disabilità sembra marginale: la presenza di soggetti che convivono con qualche tipo di disabilità, infatti, è pari all’1,5%. Il tema, però, è esplorato sia dal punto di vista dell’inclusione sociale, dell’inserimento lavorativo, dell’accesso alle pratiche culturali, sportive e medico-sanitarie.
Ma ci sono anche punti forti nei programmi della Rai. Ad esempio, il pluralismo religioso è ben rappresentato grazie alla presenza di rubriche tematiche. Alcuni esempi sono A sua immagine e Sulla via di Damasco (confessione cattolica), Protestantesimo (fede protestante) e Sorgente di vita (ebraismo). Tuttavia, manca spazio alla religione islamica, che riguarda una considerevole parte dei cittadini stranieri residenti in Italia.
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