Stare in mezzo alla natura riduce la possibilità di dover ricorrere ai farmaci. I benefici del verde e delle attività all’aperto per la nostra salute sono noti e molte ricerche scientifiche lo provano.
Recentemente alcuni studiosi britannici della University of York ne hanno analizzato una cinquantina. Hanno così messo in relazione salute mentale e fisica con le passeggiate nei boschi, l’orticoltura, il giardinaggio, il jogging, come attività in grado di agire positivamente sui sintomi di ansia e depressione. Inoltre, fare sport o avere un hobby che include la possibilità di essere immersi nel verde per un tempo compreso fra i 20 e i 90 minuti, potenzia la capacità di entusiasmarsi e l’affettività.
I meccanismi con cui queste attività avrebbero effetti utili sono diversi, in parte legati alle attività in sè e in parte al “potenziamento” di svolgerle in un ambiente naturale, che ha anche un ruolo di defaticamento ed è in grado di favorire il recupero cognitivo e promuovere un senso di benessere.
Le terapie verdi
Un’altra ricerca sul tema si è concentrata sui benefici psicologici delle terapie basate sulla natura nelle persone affette da patologie a lungo termine come tumori, diabete, malattie cardiovascolari, renali e ictus. In questi casi il verde favorisce il rilassamento agendo sulla pressione del sangue e la riduzione degli ormoni legati allo stress.
Lo studio finlandese sui benefici del verde
Gli scienziati si sono chiesti come alcuni interventi non farmacologici, come le attività nel verde, possano essere d’aiuto e di supporto alle terapie farmacologiche. Gli ultimi risultati di uno studio in materia sono stati pubblicati sulla rivista Occupational and Environmental Medicine e ci dicono che i frequentatori abituali di spazi verdi fanno meno uso di medicine, in particolare sostanze psicotrope come ansiolitici e antidepressivi, ma anche farmaci contro l’ipertensione e l’asma.
Quattro università finlandesi hanno valutato le risposte di un campione di 6 mila persone, residenti nelle città di Helsinki, Espoo e Vantaa, alle quali è stato chiesto quali fossero le abitudini personali quando si visitano parchi, foreste, giardini, ma anche zoo e cimiteri. Gli intervistati dovevano anche indicare quali farmaci da prescrizione assumono regolarmente e quanto spesso hanno guardato le aree verdi o acquatiche che si possono vedere da casa anche senza uscire. I benefici dipendono da quanto tempo si trascorre nella natura: in media per circa tre o quattro uscite settimanali in zone verdi, la probabilità di usare farmaci si riduce dal 26% al 36%, rispetto a chi esce solo una volta alla settimana o meno.
Il metodo giapponese
In Giappone è praticato da molto tempo il cosiddetto bagno di foresta, che è entrato persino a far parte delle politiche sanitarie del governo. Il Shinrin Yoku, così si chiama, è un’immersione nella natura attraverso tutti i sensi, per trovare il proprio benessere. Ogni singolo odore, superficie, colore deve essere percepito consapevolmente e proprio le percezioni che ne scaturiscono aiutano il sistema ormonale e quello nervoso. Come molte pratiche asiatiche, anche il bagno di foresta parte dal presupposto che l’unione tra uomo e natura faccia leva sugli istinti primari e generi un equilibrio immediato e un’armonia con ciò che ci circonda.
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