I Vigili del Fuoco sono al primo posto nella classifica di gradimento degli italiani: è nei loro confronti che gli over 50 ripongono maggiore fiducia. Seguono le Forze dell’ordine e il Presidente Mattarella. Fanalino di coda i partiti politici. Chi sono gli eroi speciali? Lo chiediamo a Marco Cervoni, Comandante del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco di Roma
Tra i Corpi in cui i cittadini ripongono massima fiducia, spicca l’altissimo apprezzamento verso i Vigili del Fuoco che, con l’85,5% di indice di gradimento, sono considerati al pari di “eroi speciali”.
Seguono (71%) le Forze dell’ordine, che costituiscono il tratto di vicinanza tra il cittadino e il sistema istituzionale. Quest’ultimo, nella persona dell’attuale Presidente della Repubblica, riceve il 68,9% di gradimento, segno di apprezzamento della sua funzione di garante e della sua autorevolezza. E anche perché la sua figura rappresenta bene il bisogno di unità dei cittadini a fronte di una situazione mondiale e climatica in forte crisi.
Nell’elenco di gradimento, immediatamente dopo si trova la Società Civile, meritevole di fiducia per il 62,7% degli intervistati. Una percentuale legata non solo dalla volontà di partecipazione del singolo allo spazio pubblico, ma anche all’idea di costruzione di una società futura più giusta. Ne è testimonianza indiretta il deciso incremento negli ultimi 10 anni del trend di raccolta fondi da lasciti solidali. La fiducia, però, barcolla davanti alle istituzioni territoriali: il Comune di appartenenza (fermo al 48,2%) e lo Stato italiano (47,9%). Il 44,8% delle preferenze va al Governo in carica, mentre la Magistratura, nell’occhio del ciclone per alcune recenti sentenze, sconta le criticità del sistema giudiziario, guadagnando il 43,5% di gradimento.
Non va meglio alle Associazioni di categoria (41,8%), all’Unione Europea (40,4%), alla Regione di residenza (38,8%), al Parlamento italiano, coinvolto da numerosi scandali, (31,2%) e ai partiti politici, fanalino di coda con solo il 18,4%. Questa diffidenza, a più di 30 anni di distanza dalla nascita di Tangentopoli, evidenzia platealmente il “distacco” da una istituzione colpita da scandali, abusi e immunità. L’esatto contrario di una società ideale, all’insegna della partecipazione e dell’uguaglianza, verso la quale è proiettato il campione intervistato.
C’è poi un ulteriore aspetto, che riguarda più specificatamente l’efficienza delle Istituzioni, ossia la risposta concreta del loro operato sui cittadini. Qui il dato maggioritario (57%) corrisponde al “poco efficienti” contro un 2% di “molto efficienti”.
Probabilmente al giudizio non è estranea una valutazione “morale”, in quanto un’Istituzione percepita come inefficiente tradisce nella sostanza le sue stesse intenzioni e il danno è maggiore in quanto la sua immoralità nell’inefficienza è molto più grave di quella del singolo. Le differenze, presumibilmente, dipendono dai livelli di efficienza sperimentati dai cittadini a livello locale nel quotidiano. Più severi sono gli abitanti del Nord Ovest: Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta (27%). Il gradimento maggiore viene invece da Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto (32%). Di queste, due sono a statuto speciale ed una (l’Emilia–Romagna) è nota da tempo per l’attenzione verso il welfare. Centro e Isole si attestano su valori di poco superiori al 30%.
Un Vigile del Fuoco è un eroe speciale, si legge nel rapporto, lo è soprattutto grazie alla particolare narrazione del suo lavoro e all’idea diffusa che questo consista quasi esclusivamente nel salvare vite. Quali ruoli e quali compiti svolgono per il Paese? Lo chiediamo a Marco Cervoni, da 28 anni nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (di cui 24 trascorsi come elicotterista) e oggi Comandante del Reparto Volo dei Vigili del Fuoco di Roma.
Cosa rende un Vigile del Fuoco un eroe speciale?
Il Vigile del Fuoco è innanzitutto una persona con le proprie paure. È il desiderio di superarle, probabilmente, a diventare la miccia che ci permette di affrontare le difficoltà del nostro lavoro. Gli interventi possono avvenire nei contesti e nelle situazioni più disparate, ed è per questo che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è composto da diverse unità operative: le squadre di terra, i sommozzatori, gli elicotteristi – come nel mio caso-, il nucleo NBCR (Nucleare – Biologico – Chimico – Radiologico). Per fare il Vigile del Fuoco sono necessari una forte vocazione e una solida motivazione, non solo per i contesti complessi in cui operiamo ma anche perché siamo continuamente esposti alla sofferenza delle persone a cui prestiamo il nostro aiuto. Possiamo trovarci di fronte ad un incidente stradale, ad un incendio in un appartamento, oppure dobbiamo affrontare eventi catastrofici di più grande portata come alluvioni, terremoti o valanghe. Negli ultimi venti anni sono stato direttamente coinvolto nelle più importanti operazioni di salvataggio nel nostro Paese: il terremoto de L’Aquila e l’esplosione di Viareggio del 2009, il naufragio della Costa Concordia del 2012, le alluvioni (tra le più recenti quelle dell’Emilia-Romagna e della Toscana del 2023). Il minimo comune denominatore di tutte queste situazioni è sempre stato uno, ed è quello che citavo all’inizio: la paura. Ciò vale sia per la mia esperienza che per quella di chiunque intraprenda questa carriera. L’addestramento ci aiuta a normalizzare la presenza della paura nel momento dell’intervento operativo, ma ciò che ho imparato è che questa deve rimanere comunque presente, perché è proprio la paura a permetterci di comprendere il pericolo a cui stiamo andando incontro, che non deve essere mai sottovalutato. Il Vigile del Fuoco non è un eroe: è una persona come le altre che ha però imparato a gestire il pericolo e che sfrutta tale capacità per portare aiuto e soccorso ai cittadini.
Ricorda la sua missione più pericolosa o quella che l’ha colpita di più? Può raccontarla brevemente?
Essere un Vigile del Fuoco comporta anche dover fare i conti con situazioni che comportano un notevole impatto emotivo. Nel mio caso, quella del terremoto di Amatrice (avvenuto la notte del 24 agosto 2016, n.d.r.) è senza dubbio la missione che mi ha coinvolto maggiormente. Con il mio reparto abbiamo decollato alle prime luci dell’alba e siamo arrivati sul luogo del disastro alle 6.40 della mattina: di fronte avevamo una scena raccapricciante, tutto intorno a noi era raso al suolo, le richieste di aiuto numerosissime, dovevamo prestare soccorso praticamente ovunque. Non sapevamo da che parte iniziare, come capita quando affrontiamo eventi calamitosi di tale entità. Abbiamo portato via tante vittime, e proprio tale ingrato compito ci ha particolarmente segnato e coinvolto sul piano emotivo. Siamo stati i primi ad arrivare quella notte, smobilitando la nostra squadra dall’area soltanto dopo un anno. Come Reparto Volo Roma siamo stati impegnati lì per lungo tempo, e ciò ci ha lasciato molti ricordi nello svolgimento delle nostre attività di sostegno e aiuto ai cittadini, compito che per noi rimane sempre primario. Con riferimento, invece, alle operazioni più complesse, mi viene in mente certamente quella della valanga di Rigopiano (avvenuta il 18 gennaio 2017, n.d.r.): la neve non ci consentiva di atterrare e la visibilità era molto ridotta; praticamente la metà dei nostri soccorsi è stata compiuta grazie all’utilizzo del verricello (con il quale il soccorritore può essere calato dall’elicottero, n.d.r.), individuando le persone in pericolo e trasportandole in luoghi più sicuri.
Quali sono i vostri compiti istituzionali? Sono cambiati negli anni?
Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile ha come compito principale quello di portare soccorso tecnico urgente a persone, animali ma anche a immobili. Nell’esercizio delle attività istituzionali, la normativa nazionale attribuisce al personale dei Vigili del Fuoco funzioni di polizia giudiziaria. Un esempio può essere rappresentato dal recente incendio avvenuto all’ospedale di Tivoli (in provincia di Roma), dove le attività di polizia giudiziaria sono state demandate al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Roma. In generale, negli anni i compiti istituzionali dei Vigili del Fuoco sono rimasti sostanzialmente invariati, sebbene vi siano stati alcuni ampliamenti in termini di funzione: con lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato (ad opera del d.lgs. 177/2016, n.d.r.) ai Vigili del Fuoco sono state attribuite le competenze in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e spegnimento con mezzi aerei degli stessi.
I cittadini riconoscono il valore del vostro operato, ma forse la politica troppo spesso se ne dimentica, come dimostrano i tagli fatti in passato. Mezzi, retribuzione e attrezzature sono adeguati al rischio che vi viene chiesto?
Ci tengo a specificare che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è impegnato in un processo di continuo aggiornamento di formazione. Un esempio è rappresentato dall’avvento delle automobili elettriche che ci pongono di fronte ad una diversificazione del rischio di incendio a cui dobbiamo rispondere in maniera differenziata. Abbiamo recentemente aggiornato il nostro comparto di elicotteri: oggi vantano più elevati standard di sicurezza e tecnologia. Un processo simile sta avvenendo anche all’interno degli altri comparti operativi: un Vigile del Fuoco di terra ha a disposizione dispositivi di protezione individuale all’avanguardia, ma lo stesso vale per i sommozzatori. Sulla retribuzione, l’obiettivo rimane – ad oggi – quello di portare gli stipendi dei Vigili del Fuoco al pari di quelli di tutte le altre Forze dell’ordine, considerando comunque una fase storica in cui le difficoltà economiche sono condivise all’interno di tutta la società. Va da sé specificare che il valore delle nostre attività di soccorso non è monetizzabile, e che l’apprezzamento istituzionale e dei cittadini rappresenta un elemento per noi insostituibile.
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