Sono in aumento, secondo l’Istat, ma in modo disomogeneo sul territorio nazionale. Oltre il 70% dell’infrastruttura è al Nord. Crescono i servizi di bike sharing con un +64,1% rispetto al 2019
La scorsa estate il distretto di Monaco di Baviera, in Germania, ha inaugurato il suo primo tratto di pista ciclabile ‘veloce’. All’apertura di quella che potrebbe essere definita “un’autostrada per biciclette” era presente anche il ministro bavarese per l’Abitazione, la Costruzione e i Trasporti. L’opera, costata circa 3,5 milioni di euro, è l’inizio di un progetto più ampio per collegare il centro di Monaco di Baviera con le città di Garching e Unterschleißheim. Una volta terminata sarà possibile percorrere in circa 65 minuti i 19 km di distanza da Garching. Ce ne vorranno, invece, circa 55 per il percorso più breve fino a Unterschleißheim. È un progetto così rivoluzionario e innovativo che nei prossimi anni – hanno fatto sapere le autorità bavaresi – è prevista la realizzazione di una quindicina di piste ciclabili veloci, per una lunghezza totale di oltre 200 chilometri tra percorsi rapidi e diretti. Una scelta, quella di costruirle, legata ad alcune caratteristiche dell’infrastruttura, in grado di facilitare lo scorrimento e i sorpassi e di ridurre al minimo gli intervalli di tempo dovuti a semafori o incroci.
Dalla Germania all’Italia
Partire da un confronto potrebbe forse apparire poco elegante, ma alla fine può rivelarsi utile. Mentre da diversi anni in Germania, come in altri paesi nordeuropei, le piste ciclabili ‘veloci’ rappresentano una soluzione per migliorare la mobilità, in Italia le infrastrutture ciclabili sono cresciute in modo discontinuo e disomogeneo sul territorio nazionale. L’ultimo report Istat sull’ambiente urbano (dati 2022) ha svelato che l’estensione complessiva delle ciclabili nei comuni capoluogo è di 5.440 km e un incremento di appena il 2,3% nel 2021. Se si considera invece come anno di riferimento il 2017, la crescita è stata assai più consistente: +24%. Dati alla mano, secondo l’Istituto di Statistica, ciò significa che la “densità media” di queste infrastrutture è di 27,9 km ogni 100 km quadrati di superficie territoriale e che due capoluoghi su tre, in Italia, possono contare su oltre 10 km di piste. È al Nord, tuttavia, che si concentrano maggiormente visto che quest’area del nostro paese dispone di oltre il 70% delle ciclabili: qui la media sale in modo drastico a 66 km ogni 100 km quadrati. Un dato che fa impallidire i 18,3 km del Centro e, ancor più, gli appena 6,5 del Mezzogiorno.
Rete ciclabile al nord
Al Nord, dicevamo, la densità media della rete ciclabile risulta più elevata. È una tendenza alla crescita che si manifesta anche nei capoluoghi metropolitani. Qui, infatti, si registrano 42 km ogni 100 km quadrati contro i 24,7 degli altri capoluoghi. Tra città e città, ovviamente, resistono profonde differenze: a guidare la classifica sono Torino e Milano con rispettivamente 172,3 e 171,7 km ogni 100 km quadrati. A seguire, nella graduatoria Istat, troviamo le città di Bologna (121,4) e di Firenze (88). Molto in fondo, con valori assai inferiori alla media, si posizionano quattro realtà del Sud: Napoli (16,1), Catania (10,7), Reggio di Calabria (4,2) e Messina (3,4). Anche la Capitale, pur essendo passata dai 18,9 km del 2017 ai 24,9 del 2022, risulta avere una densità piuttosto risicata.
Il bike sharing
Se da una parte la rete ciclabile chiede investimenti, anche per rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione, dall’altra in questi anni è cresciuta a ritmi sostenuti l’offerta di servizi di bike sharing (o ‘condivisione’). Distribuita su 65 capoluoghi – ci dice l’Istat – c’è una flotta di oltre 53.000 bici, gestite soprattutto da servizi a flusso libero, che consentono ovvero prelievo e riconsegna del mezzo in qualsiasi punto idoneo alla sosta compreso entro un certo perimetro. L’aumento è stato del +24,8% rispetto al 2021 e – addirittura – del +64,1% rispetto al 2019. Anche in questo caso le differenze territoriali sulla distribuzione del servizio sono evidenti. Nel 2022 la disponibilità media risultava essere di 30,3 biciclette ogni 10.000 abitanti, ma se si suddivide per area si ottiene un quadro diverso: sono 56 ogni 10.000 abitanti nel Nord-Ovest, 27,3 nel Nord-Est, 34,9 nel Centro e 5,9 nel Mezzogiorno).
Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità
Ad aprile, l’Ue ha riconosciuto alla bicicletta un ruolo chiave per l’ambiente e l’economia firmando la Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità. Tra gli impegni c’è l’adozione di misure che promuovano la mobilità delle persone anziane e contribuiscano all’invecchiamento attivo. Uno dei suoi principi fondamentali, inoltre, prevede la realizzazione di un maggior numero di infrastrutture ciclabili, sicure e ben connesse con i trasporti pubblici. Un obiettivo fondamentale, visto che oltre a essere un “mezzo di trasporto sostenibile, accessibile, inclusivo, economico e salutare”, entro il 2028 il suo mercato globale dovrebbe raggiungere i 38 miliardi e solo in Italia dovrebbe crescere del 60% (Fonte: Report Houlihan Lokey-Kearney).
© Riproduzione riservata