Pippo è un pupazzo ipertecnologico di 25 cm di altezza, stampato in 3D con polimeri riciclabili. Il progetto nasce da un gruppo di ragazzi tra i 16 e i 17 anni, nell’ambito del programma “Impresa in azione”. Il programma prevede, nel corso dell’anno scolastico, la costituzione da parte degli studenti, di una start up, ovvero di una mini impresa, che, dopo un attenta analisi di mercato, viene lanciata sull’onda di un’idea innovativa, specialmente nel campo delle nuove tecnologie.
Tutto nasce da un’analisi dei bisogni di diversi enti clinici, da cui emerge che, persone che, in seguito a traumi o malattie degenerative, necessitano di riabilitare l’arto superiore, dimenticano di eseguire gli esercizi loro assegnati dai terapisti, trovandoli noiosi e ripetitivi; molto spesso è questo il caso dei pazienti più anziani che non riconoscono la reale finalità degli sforzi richiesti ai fini riabilitativi.
L’orso è composto da diversi pezzi da assemblare prima dell’uso, il che obbliga il paziente ad adoperare le diverse capacità motorie e di coordinazione visiva. Al pupazzo in sé, si affianca Pippo 4.0, un software che permette di monitorare i miglioramenti nel corso della terapia. Il software, affidato a medici e professionisti, consente loro di controllare i filmati che il paziente invia al proprio medico nel corso degli esercizi, in tal modo ottenendo informazioni sui reali progressi ottenuti.
Pippo 4.0 favorisce così lo scambio di dati tra pazienti e operatori sanitari anche a distanza, permettendo ad ogni singolo operatore di seguire contemporaneamente più pazienti. A sua volta, il paziente può usufruire di una maggiore flessibilità di spazio e di tempo per portare avanti la terapia riabilitativa, il che ne favorisce senz’altro il maggior successo.
SINTESI DI: Pippo, l’orsetto che aiuta la riabilitazione, Cristina De Capitani, Panorama della sanità, 9, XXXIII, 2019
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