Uno studio della Federazione Internazionale Tennistavolo ha messo in evidenza come questo gioco possa portare beneficio dall’infanzia all’età avanzata, anche nelle persone autistiche, dislessiche e con Alzheimer.
Il ping pong è uno degli sport più efficaci nella riabilitazione. E il motivo è semplice. Attiva simultaneamente diverse aree del cervello, e favorisce lo stimolo della consapevolezza, dell’attenzione e della capacità decisionale. Inoltre è in grado di migliorare le funzioni motorie e di strategia, oltre che la memoria a lungo termine. Non a caso è utilizzato nel Bernstein Cognitive Method for autism and cognitive behavioural therapy, una metodologia diffusa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, per migliorare le capacità relazionali e motorie dei bambini con disabilità.
Il ping pong in ambito paralimpico
Il ping pong è considerato un esercizio aerobico in grado di contrastare i processi neurodegenerativi. In ambito paralimpico il progetto “TennistavOltre Plus” colma il divario formativo tra l’attività motoria che si pratica nelle scuole e la reale possibilità degli alunni con disabilità di accedere alla pratica, consentendo a tutti di poter scegliere offerte formative sulla base delle proprie potenzialità.
Nel ping pong, infatti, le attrezzature sono le stesse per tutti. Non sono richiesti adattamenti particolari per i giocatori in carrozzina. Nei pazienti paraplegici che lo praticano è stata evidenziata una maggiore autonomia. Oltre che un miglioramento sulla coordinazione e l’equilibrio.
Il Ping pong nei pazienti con Alzheimer
Il tennis da tavolo è stato anche riconosciuto come una vera e propria terapia per l’Alzheimer. A scoprirne i benefici è stato uno studio giapponese che ha dimostrato quali e quante porzioni del cervello si attivano simultaneamente, andando ad aumentare il livello di consapevolezza e lo stato cognitivo dei pazienti.
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