L’edema venoso e linfatico degli arti inferiori si manifesta prevalentemente nei soggetti più anziani e nelle persone in sovrappeso, ma con la sedentarietà forzata di questo periodo di pandemia e telelavoro la percentuale di persone che soffrono di stasi è sensibilmente aumentata. Il gonfiore è dato da un eccessivo accumulo di liquidi nel tessuto adiposo sottocutaneo nei soggetti in cui il ritorno venoso non è in grado di vincere la forza di gravità.
Tra le possibili cause troviamo: posture sedentarie (seduti o in piedi fermi troppo a lungo), traumi ed interventi chirurgici dell’addome o degli arti inferiori, scarsa attività fisica, gravidanza, sovrappeso, alimentazione scorretta con eccesso di sale e grassi, scarpe strette e con tacco troppo alto oppure troppo basso.
Queste sono soltanto alcune tra le innumerevoli cause alla base del gonfiore dei piedi o di tutto l’arto inferiore. Andando ancor più nello specifico, per capire invece quali patologie possono generare questo fastidioso disturbo possiamo elencare: insufficienza renale e/o venosa, trombosi venosa profonda o anche tromboembolia, patologie cardiache, diabete, steatosi e cirrosi epatica, malattie reumatiche, vene varicose, ipotiroidismo, tumori, assunzione di corticosteroidi e molte altre ancora.
È evidente quanto una condizione apparentemente semplice possa in realtà nascondere un’estrema complessità e variabilità di condizioni. Gli specialisti coinvolti nella valutazione del paziente possono essere molti. Il primo giudizio (salvo casi acuti in cui si è necessario recarsi di urgenza in ospedale) è sempre affidato al medico di base, che conoscendo il paziente è in grado di orientare in modo corretto il percorso specialistico evitando visite inutili. Può essere consigliata la valutazione da parte del cardiologo, del nefrologo, dell’endocrinologo, del diabetologo, del flebologo, dell’angiologo, come anche la valutazione da parte dell’epatologo o dell’ortopedico.
Come detto, le gambe gonfie sono il risultato del ristagno dei liquidi (sostanzialmente acqua) migrati dal sistema venoso verso i tessuti degli arti inferiori a causa di una variazione della pressione del sistema venoso rispetto alla pressione interna delle cellule dei tessuti limitrofi. La causa delle gambe gonfie deve quindi essere ricercata nel malfunzionamento del sistema vascolare oppure a carico del sistema linfatico (dotti linfatici). L’edema è il risultato di uno squilibrio tra filtrazione e riassorbimento oppure tra pressione idrostatica e pressione oncotica nei piccoli capillari periferici. Se si effettua una pressione con il pollice sull’arto gonfio, permane per qualche minuto una fossetta, detta “fovea”, che rappresenta un segno clinico evidente di ritenzione (edema periferico). I sintomi possono andare dalla facile stancabilità nel camminare ai crampi muscolari, dal prurito al dolore degli arti inferiori, dal bruciore notturno ai polpacci fino, nelle situazioni peggiori, alla febbre.
Ad ogni modo, stabilita la causa della stasi degli arti inferiori, viene normalmente prescritta una cura farmacologica accompagnata da un percorso riabilitativo composto da tecniche di linfodrenaggio (manuale o meccanico) e di rieducazione motoria preposta alla ricerca della libertà articolare, grazie ad esercizi e posture di allungamento e riequilibrio muscolare.
Oltre al lavoro svolto durante la seduta di riabilitazione è vivamente consigliata l’integrazione con esercizi svolti tutti i giorni a casa. Si può, ad esempio, utilizzare una pallina propriocettiva oppure un rullo da far scorrere sotto la pianta dei piedi stando seduti o in stazione eretta. In aggiunta, si devono eseguire esercizi di allungamento e rilassamento muscolare con le gambe sollevate in appoggio su una parete, sfruttando la forza di gravità per favorire il drenaggio degli arti. Sono inoltre utili esercizi di respirazione per migliorare la mobilità del muscolo diaframma, come motore fondamentale della pompa vascolare. È vivamente consigliata la ginnastica vascolare camminando in vasche riempite di acqua a differenti temperature.
Stare troppo tempo seduti o fermi in piedi favorisce la formazione di varici e di teleangiectasie. Durante le ore di lavoro oppure durante una partita a carte tra amici, è indispensabile alzarsi dalla sedia ad intervalli regolari per compiere qualche passo, al fine di estendere le anche e le ginocchia e facilitare così il transito venoso e linfatico verso il cuore ed il torace.
Se dipende dal diabete…
Edema diffuso, pesantezza degli arti inferiori, formicolio, dolore e crampi notturni sono alcuni dei sintomi che devono indurre chi ne soffre a sospettare di un legame con la patologia diabetica. In questo caso i vasi si sfiancano, le valvole delle vene sono meno contenitive, il piede cambia appoggio ed il sangue viene pompato verso il cuore con maggiore difficoltà.
Edema e deambulazione: gli accorgimenti
Il posturologo interviene quando alla base dell’edema è presente un problema biomeccanico del sistema muscolo-scheletrico, come nel caso del cedimento della volta mediale, che rallenta il ritorno del sangue venoso verso l’alto. Una possibile soluzione è data dai seguenti accorgimenti: adozione di calzature confortevoli idonee per camminare a lungo; utilizzo di plantari confezionati su misura che possano indurre il piede a ricreare i tre archi di sostegno del piede; rieducazione della deambulazione per correggere possibili squilibri dell’appoggio dei piedi, della stabilità del ginocchio e dell’ampiezza del movimento delle anche durante il passo.
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