Occhi puntati sui piccoli Comuni, scrigno di eccellenze artistiche, naturalistiche, storiche, enogastronomiche. È proprio in questi Comuni, considerati piccoli perché con una popolazione pari o inferiore a 5mila abitanti, che vive una buona parte della popolazione anziana: un over 65 su cinque. Gente che ha resistito allo spopolamento e all’emigrazione. Gente che in questa stagione estiva si troverà a contatto con qualche turista in più, visto che il trend dell’estate 2020 è quello di un turismo lento, alla scoperta di itinerari meno battuti e al riparo da possibili contagi da Covid-19.
All’immenso patrimonio dei piccoli Comuni, la Fondazione Symbola e la Fondazione Ifel hanno dedicato la ricerca Piccoli Comuni e Cammini d’Italia. La novità è che ai piccoli Comuni vengono associati 44 itinerari, “I cammini d’Italia” appunto, che attraversano e collegano vaste zone del territorio fino ad intere Regioni.
Piccoli comuni: il 17,6% degli anziani vive qui
I piccoli Comuni d’Italia sono 5.498 e rappresentano il 69,5% del totale dei Comuni italiani. La Valle d’Aosta è la regione con maggiore incidenza (73 su 74 Comuni, escludendo il solo Capolougo), il Piemonte invece quella con maggior numero: conta infatti 1.045 piccoli Comuni (su 1.181), l’88,5% del totale.
Nei piccoli Comuni vivono quasi 10 milioni di abitanti e una buona fetta è costituita da over 65, per l’esattezza sono 2.407.613, ovvero il 17,6% dei circa 14 milioni di italiani appartenenti a questa fascia di età, seguiti dagli over 40-65 anni (3.715.293, il 16,6% su un totale di 22.418.000) e dagli under 40, pari a 3.839.049 (il 15,7% sul totale di 24.421.783).
L’economia e il patrimonio culturale dei piccoli Comuni
Sono piccoli ma vi lavorano quasi 860mila imprese, ovvero il 17,2% dell’intero territorio del Bel Paese, impiegando 22.448.239 addetti. L’enogastronomia è tra i punti di forza visto che delle 297 tipicità mappate sul territorio nazionale, ben 268 coinvolgono i piccoli Comuni. Nello specifico, in Italia, si contano 167 prodotti DOP e 130 IGP e di questi rispettivamente il 93,4% e l’86,2% coinvolgono questi territori. Non possono certo mancare le strutture ricettive: se ne contano 57mila con circa 1 milione di posti letto. E la cultura? Nei piccoli centri ci sono oltre 2.000 siti di proprietà dello Stato, di questi 1.533 sono musei, ovvero il 32,8% dell’intera cifra nazionale (4.675).
Cosa sono i Cammini d’Italia?
Tutto nasce da una mappatura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo per realizzare un atlante digitale composto da itinerari suggestivi lungo tutto lo stivale. I cammini d’Italia finora censiti, ma altri se ne aggiungeranno, e raccolti dalla Fondazione Symbola e la Fondazione Ifel sono 44 per un totale di 15.400 km.
Gli scenari offerti dai Cammini d’Italia, finora raccolti e altri se ne aggiungeranno, sono davvero vasti e diversi: ci sono quelli dedicati ai santi, come i cammini francescani, laureatani e benedettini; quelli dedicati ai briganti, come il sentiero che attraversa l’Aspromonte; il cammino di Dante che attraversa i luoghi dove Dante visse in esilio e scrisse la Divina Commedia; il sentiero della Pace, che ripercorre luoghi e memorie della Prima Guerra Mondiale; e ancora la Via Appia, la Via Francigena, la Via degli Dei, il cammino di San Vicinio, la Via degli Abati, il sentiero Liguria, la Via Romea Germanica. La ricerca Piccoli Comuni e Cammini d’Italia è gratuita, basta registrarsi su symbola.net
Perché puntare sui piccoli Comuni e sui suoi Cammini
Ai piccoli Comuni nel 2017 è stata dedicata un legge apposita per il loro rilancio (la n. 158 del 6/10/2017, meglio conosciuta come Legge Realacci). La norma prevede misure e strumenti per rafforzare i servizi territoriali – a partire dal digitale e dai presìdi sanitari come l’emergenza Covid-19 ha evidenziato – e promuovere, in particolare, le produzioni artigianali ed enogastronomiche e il recupero, la riqualificazione e la messa in sicurezza dei centri storici. Sono condizioni fondamentali – si evidenzia nella ricerca – per organizzare adeguatamente ospitalità, ristorazione e servizi e rispondere così ad una nuova domanda turistica destinata a crescere anche in conseguenza dell’epidemia da Covid-19 come evidenziato dall’alto numero di presenze registrato nei piccoli Comuni e nelle aree montane in questi primi fine settimana dopo la fine del lockdown.
Territori a cui oggi si guarda con occhi nuovi per la loro salubrità, per la qualità dei paesaggi, per il distanziamento fisico come condizione connaturata dei luoghi e non costrittiva, per la loro piccola dimensione e senso di comunità. Rafforzare il ruolo e il presidio dei piccoli Comuni significa anche, da punto di vista economico, rispondere alla grande domanda culturale di Italia che c’è nel mondo e del Made in Italy in generale.
(Foto: Cammino di San Benedetto, Castel di Tora / Mirko Pradelli)
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