Emanuele Piccinno.
Ex imprenditore commerciale della provincia varesina si diletta scrivendo poesie e racconti. Ha girato il mondo e visto tante cose e persone diverse. Partecipa al Concorso 50&Più per la nona volta. Vive a Castellanza (Va).
“Giovani della Comunità Europea, diplomati operatori contabili, cercasi da Azienda Svedese, per colloquio di assunzione diretta lavoro a Stoccolma”.
Enzo legge con attenzione l’articolo in lingua inglese scritto su un giornale economico che consulta di tanto in tanto. Prende nota dell’indirizzo della ditta interessata e finisce di gustare il profumato caffè del mattino.
Tornato a casa, accende il computer e dopo aver controllato nominativo e stato economico della Ditta richiedente invia una mail all’azienda svedese, offrendo la sua disponibilità con specifica delle sue credenziali.
Una settimana dopo Enzo parte per Stoccolma, si presenta alla ditta di cui ha l’indirizzo e ricevuto da una gentile hostess viene accompagnato nell’ufficio del direttore del personale. Un signore dall’aspetto sereno e gioviale lo riceve con un aperto sorriso, lo fa accomodare su una modernissima e scomoda poltrona dallo stile alquanto bizzarro e senza dargli il tempo di presentarsi gli spara, in inglese, se ha mai conosciuto il signor Adam Smith. Enzo è sorpreso, la domanda pur essendo pertinente gli da un po’ fastidio. Si domanda mentalmente se è uno sfottò d’ignoranza perché italiano o se davvero vuole conoscere il grado di cultura del giovane dato che Adam Smith è considerato il Padre della scienza economica.
Enzo sta apparentemente al gioco e con voce un po’ melliflua al suo stesso orecchio accenna un ambiguo sorriso e risponde: “Sì or mi sovviene, avevo circa quindici anni quando mi trovai tra le mani l’allora per me sconosciuto Adam Smith. Curioso come sono lo lessi e non capii nulla, lo rilessi e fu lo stesso. Il titolo del libro m’intrigava sempre più: indagine sulla natura e la causa della ricchezza delle nazioni. Poi con un lampo di genio ridussi la lettura ad un solo argomento che più m’interessava e dopo averlo letto e riletto alla fine ne venni a capo ed ora se ne avrò l’occasione lo metterò in pratica e anch’io un giorno forse diventerò ricco”.
Seguirono altre domande serie e specifiche, Enzo fu all’altezza e rispose a tutte con sicurezza, fu accompagnato in un ufficio con diversi impiegati e dimostrò in pratica le sue capacità. Assunto con regolare contratto gli vengono elencati i diritti e doveri.
Alloggiato in un moderno edificio dell’azienda si guarda attorno e pago del nuovo stato che ha sempre desiderato, si rilassa. Respira profondamente e mentalmente sogna il futuro.
Puntualmente lunedì mattino Enzo si presenta in ufficio dove una bella giovane signora lo accoglie con un sorriso di benvenuto, porge con sicurezza la mano e in italiano esclama Silvia! Poi d’un tratto fissandolo in volto ha un attimo di smarrimento, mette una mano sul petto come se gli mancasse il respiro, strabuzza più volte gli occhi ma poi lentamente si riprende, il malore è passato, ritorna il sorriso e con un invito a seguirla lo accompagna in un grande spazio, il suo ufficio. Gli spiega quello che deve fare e s’avvia verso un nuovo arrivato. In ufficio tutti parlano inglese perché vi sono molti stranieri, così pure la contabilità è scritta in inglese.
Enzo si guarda in giro, osserva i suoi nuovi colleghi, ne saluta qualcuno con un cenno, abbassa gli occhi e legge con attenzione ciò che gli è richiesto. Non ha problemi, ha studiato all’estero per anni, la lingua inglese gli è familiare così pure il lavoro perché pur studiando ha sempre lavorato anche all’estero e quindi è pratico del lavoro d’ufficio e in genere della contabilità aziendale.
L’Azienda in cui si trova è una ditta che inscatola e insacchetta tutto quanto riguarda il pesce, in modo particolare il salmone e il merluzzo nordico. È abbastanza grande con un centinaio di operai e decine d’impiegati. Commercializza ed esporta soprattutto all’estero buona parte dei suoi prodotti.
Enzo è contento, sta realizzando ciò che ha sempre desiderato, e con buona lena si adopera per fare nel modo migliore ciò che gli è stato ordinato. Assorto com’è non s’avvede che Silvia è tornata e lo osserva con attenzione mentre lui curvo sui vari registri e tabulati cerca di riordinarli e predisporli per la logica consecuzione.
Silvia è la figlia dei proprietari e quindi probabilmente capoufficio, dirigente esecutiva dell’azienda. Alta, bionda, finemente bella di viso e d’aspetto, prettamente svedese. Non autoritaria ma ferma, decisa con seria espressione di padronanza del lavoro e dei rapporti col personale. Continua ad osservare Enzo con un’espressione interrogativa, poi scuote la testa, rimette a posto una ciocca della bionda crine e si sposta al tavolo successivo dove un giovane scuro di pelle e con una zazzera folta unta e profumata, scuote in continuo la testa in segno di disapprovazione o d’incomprensione riguardo il lavoro che sta svolgendo.
Sono circa le tredici pomeridiane e una campanella scandisce tre piccoli suoni, indica chi volesse fare una piccola pausa è autorizzato a recarsi nel locale affianco dove un piccolo bar serve gratuitamente caffè alla americana e piccoli tramezzini di pane affettato con salmone affumicato a fette e una foglia d’insalata lattuga.
Enzo non si muove dal suo posto, è deciso a terminare la prima parte del suo lavoro che non tralascia per non perdere il modo con cui ha predisposto la consecuzione dei vari tabulati e relativi conteggi. Chino sui carteggi inghiotte saliva perché un piccolo languorino lo infastidisce; ma tiene duro e indefesso prosegue il suo lavoro.
Il primo mese trascorre in fretta e serenamente. Enzo si abitua facilmente sia al lavoro che alla compagnia delle varie persone con cui ha che fare. È contento, il lavoro lo conosce e gli piace, i colleghi, le persone tutte sono cordiali e dimostrano simpatia. La città e la casa sono belle e comode. Lui fin da giovinetto ha desiderato vivere in Svezia con tutto ciò che ne consegue, e ora che lo vive è pago e felice.
Una mattina all’alba, mentre è solito percorrere trotterellando all’interno del parco rionale, una figura femminile lo affianca, ha in testa un cappello cappuccio che la ripara dal freddo del mattino e le nasconde parzialmente il viso per cui non è subito riconoscibile. Enzo, dapprima non s’accorge neppure tanto è preso dai suoi pensieri poi saluta cordialmente con “ciao!”. E attende di sentire la sua voce. La ragazza rallenta l’andatura e con voce da finta raffreddata domanda se le Vie del Signore sono infinite. Enzo è sorpreso e stupito per la domanda e tuttavia, risponde: “scusi perché mi chiede questo?”. E la ragazza prontamente con voce normale che Enzo riconosce dice: “c’è una persona che vedo tutti i giorni per lavoro e sono obbligata ad ascoltare tutto ciò che dice perché è nel vero; ma che lo debba incontrare anche fuori orario per giunta di mattino presto no! È troppo, non sta bene, non mi piace e non lo voglio”. Enzo s’arresta incredulo, guarda a bocca semiaperta la ragazza, non capisce il senso d’astio che c’è nella frase, si asciuga la fronte tersa di sudore, modera e riprende il respiro prima affannoso, stringe i pugni e fissandola duramente con sguardo d’incomprensione e disapprovazione, scuote la testa e riprende la camminata con passo non più da corsetta ma da podista. Durante tutto il giorno e anche per il resto della settimana la capoufficio non si fa vedere, una collega premurosa e gentile la sostituisce e conferisce senza mai alcun riferimento a Silvia.
Una mattina una commissione di un Ente statale di controllo si presenta nel salone contabile, Silvia è con loro, entrano nell’ufficio di Enzo, mostrano un documento di autorizzazione e chiedono di essere messi in condizioni di revisionare tutto il lavoro svolto da quando ha iniziato. Enzo è più che mai stupefatto, comunque di buon grado e gentilmente com’è suo solito, inserisce un dischetto nel monitor centrale, lo accende e mostra tranquillo tutto il suo predisposto ed eseguito, i risultati terminali indicano l’attuale stato di tutti i conteggi dell’azienda produttivi e commerciali.
Il capo della commissione si avvicina ad Enzo compiaciuto perché tutto chiaro e ordinato e porgendo una grossa mano lo ringrazia sorridente. Così fa anche Silvia che poggiata una mano sulla spalla con aperto sorriso e sollievo ringrazia. Enzo è contento, siede meravigliato chiedendosi il perché di tutto questo, il motivo del controllo solo al suo lavoro, poi si dice non conosco gli usi svedesi in merito perciò va bene così e non ci pensiamo più.