Nell’acquisto del Pet Food gli over 50 scelgono preferibilmente prodotti che siano ecosostenibili lungo tutta la filiera.
Croccantini, bocconcini, cibo secco, umido oppure cucinato? Chi ha in casa un amico a quattro zampe o altri animali che siano uccelli, roditori, pesci o tartarughe, sa quanto sia importante la loro alimentazione dal momento che la salute dell’animale dipende in gran parte da ciò che mangia. C’è quindi chi si preoccupa di preparare in casa pietanze specifiche per l’animale e chi, invece, si affida al pet food, ovvero agli alimenti industriali specifici per animali da compagnia, alimenti che possono essere secchi, come i croccantini, o umidi, come paté e bocconcini in salsa.
Secondo un’indagine Doxa, il 76,1% dei cani e il 90% dei gatti consuma alimenti industriali. Il 13,4% dei cani mangia pasti preparati in casa, il 7,2% avanzi di cucina, ma c’è anche una percentuale (il 3,3%) che si procura il cibo autonomamente. Per quanto riguarda i gatti, invece, è il 5,5% a consumare pasti preparati in casa, mentre il 2,4% mangia avanzi e il 2,1% si procura il cibo in maniera autonoma.
Il pet food, quindi, viene impiegato largamente nell’alimentazione degli animali, ma con che criterio viene scelto? Secondo l’Osservatorio Permanent Pet Watch di Mediatic, al momento dell’acquisto degli alimenti i proprietari prestano molta attenzione all’ecosostenibilità, soprattutto se a scegliere il prodotto è un over 50. L’attenzione è posta sulla lavorazione utilizzata per realizzare l’alimento (66%) e sul packaging, che deve essere ecosostenibile (64%). Grande importanza hanno anche gli ingredienti utilizzati, che devono provenire da coltivazioni/allevamenti sostenibili (55%).
Il mercato del pet food di cani e gatti, nel 2018 ha avuto un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro ed una crescita dell’1,5%. 13,4 milioni di euro è stato invece il fatturato per gli alimenti di uccelli, roditori, pesci e tartarughe. (Fonte Assalco-Zoomark 2019)
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