Non ci si improvvisa senior attivi e in salute. Per invecchiare in buona salute occorre prepararsi sin da giovani. Lo sottolinea anche l’Istituto Superiore di Sanità attraverso i dati raccolti dal sistema di sorveglianza Passi d’Argento in occasione di questa Settimana dell’invecchiamento attivo e in salute (2-6 novembre 2020).
L’invecchiamento attivo e in salute, infatti, è un processo che coinvolge tutte le fasi e le età della vita. Nel nostro Paese, purtroppo, tra i fattori che destano maggiore preoccupazione per i futuri senior c’è proprio la sedentarietà.
Anche se – bisogna dire – è una nota dolente che si riscontra a tutte le età e che peggiora con l’avanzare degli anni. È sedentario, infatti, il 30% dei soggetti fra i 18-34enni, una percentuale che sale al 40% fra i 50-69enni. Come se non bastasse, con l’età diminuisce anche la percezione del proprio stato di salute. Così riferisce di star bene il 90% dei 18-34enni e il 54% dei 50-69enni.
Quanta attività fisica raccomanda l’Oms?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) raccomanda per adulti e senior almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana. In alternativa, consiglia almeno 75 minuti di attività fisica intensa o una combinazione equivalente fra le due. Naturalmente, se le condizioni di salute di ognuno lo consentono.
Ma che differenza c’è tra attività fisica moderata e intensa? A seconda dello specifico livello individuale di forma fisica, camminare velocemente, ballare o svolgere lavori domestici si possono considerare esempi di attività fisica moderata, mentre correre, pedalare e nuotare velocemente sono alcuni esempi di attività fisica intensa.
Solo il 33% dei senior segue le indicazioni dell’Oms
Purtroppo però i dati raccolti nel quadriennio 2016-19 sugli over 65 da Passi d’Argento non sono rincuoranti. Solo il 33% degli intervistati raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall’Oms. Il 27% è parzialmente attivo – ne svolge meno di quella raccomandata -, mentre il 40% è completamente sedentario. Quest’ultimo, inoltre, è un dato che cresce con l’età, raggiungendo il 63% dopo gli 85 anni.
La sedentarietà è assai presente tra i senior che vivono con molte difficoltà economiche (il 48% contro il 34% di chi non ne riferisce), che hanno un basso livello di istruzione (45% verso il 35%) e chi vivono soli (45% contro il 38%).
Infine, circa l’11% degli intervistati ha problemi di deambulazione, ma solo poco più di 1 persona su 10 ha riferito di praticare ginnastica riabilitativa.
Le attività maggiormente praticate
Camminare fuori casa è l’attività maggiormente praticata tra quelle di svago. Ben oltre la metà del campione (61%) ha fatto una passeggiata a piedi o in bici nella settimana precedente l’intervista. Una piccola quota del campione pratica attività fisica strutturata: il 16% di tipo leggero, come la ginnastica dolce, il 5% di intensità moderata, come il ballo e il 4% attività pesanti, come il nuoto, la corsa, o l’attività aerobica/attrezzistica.
Se si scorporano i dati per sesso, si osserva che questo tipo di attività è più frequente nella popolazione maschile. Le ultra 65enni sono infatti più impegnate all’interno della casa (dalle attività domestiche leggere a quelle più pesanti), nel giardinaggio e nella cura degli altri.
Anziani attivi in famiglia e nella collettività: dal caregiving al volontariato
Quello di occuparsi dei propri famigliari o di altri anziani è un’attitudine degli over 65 confermata dai dati che descrivono i senior come risorsa per la famiglia e per la collettività in generale.
In particolare, quella della cura è una caratteristica più comune nelle donne (32%) piuttosto che negli uomini (24%). Ad ogni modo, quasi 1 over 65 su 3 (29%) rappresenta una risorsa per i propri familiari o per la società: il 19% si prende cura di congiunti, il 14% di familiari o amici con cui non vive e il 5% partecipa ad attività di volontariato.
Lo stato di salute dei senior di oggi
Nel periodo 2016-2019, l’87% della popolazione ultra 65enne giudica complessivamente buono o discreto il proprio stato di salute (“discreto” il 49%, “bene” o “molto bene” il 38%). Tuttavia, poco più del 30% degli intervistati ha riferito di sentirsi peggio rispetto all’anno precedente, un dato che sale 46% fra le persone con molte difficoltà economiche.
Inoltre, un ultra 65enne su 4 è policronico, ovvero convive con due o più patologie croniche. È una percentuale che aumenta con l’età: riguarda il 19% delle persone 65-74enni ma raddoppia dopo gli 85 anni. È più frequente fra gli uomini (28% contro il 24% nelle donne) e tra le persone con status socioeconomico più svantaggiato per difficoltà economiche (43%) o bassi livelli di istruzione (31%).
Restano bassi i livelli legati alla socialità
La socialità dei senior oggi è compromessa a causa della pandemia. Covid a parte, c’è però da segnalare che, prima dell’emergenza sanitaria, la partecipazione ad eventi sociali, come gite o soggiorni organizzati, o la frequentazione di corsi di formazione coinvolgeva poco più di 2 persone su 10. Occasioni come queste di socializzazione, svago e apprendimento si riducono fortemente con l’avanzare dell’età, coinvolgendo il 31% dei 64-75enni, ma appena il 6% degli ultra 85 anni.
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