Quota 100 frena bruscamente. E l’ipotesi di una Quota 41 resta per il momento chiusa in un cassetto. Col sorgere dell’emergenza Covid, il dibattito sulla riforma delle pensioni è infatti passato comprensibilmente in secondo piano.
Prima del Coronavirus
Nei mesi scorsi erano però in corso incontri tra Governo e sindacati proprio sull’indirizzo che avrebbe dovuto prendere la riforma dal momento che Quota 100 è al secondo anno di sperimentazione e ne manca appena uno a che finisca.
Le rilevazioni Inps su Quota 100
Secondo gli ultimi dati Inps, nel primo trimestre 2020, i pensionamenti anticipati istituiti da Quota 100 sono in calo (nel 2019 era stato il contrario, come testimonia il nostro servizio video sottostante girato prima del Dpcm dell’8 marzo 2020 per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19). Quelli anticipati, infatti, si sarebbero allineati a quelli di vecchiaia: 55.085 a 54.009. Una tendenza che trova conferma anche nel congedo dal lavoro per gli autonomi: 20.389 “quotisti” contro 19.705 pensionamenti di vecchiaia. Pensioni che stando all’Inps possono contare su un assegno previdenziale pari, in media, a 1.128 euro mensili.
Le donne, le più svantaggiate
Stando all’Osservatorio sui flussi di pensionamento, inoltre, nel primo trimestre di questo anno sono 11.130 le donne che hanno fatto accesso alla pensione anticipata contro i 23.557 colleghi uomini. E la ragione è semplice: per aderire a forme di pensionamento anticipato, occorre aver avuto alle spalle contributi e carriere continuative. Cosa che, per le donne, capita meno di frequente. Ecco perché le lavoratrici continuano a optare per pensioni di anzianità.
Post Covid, saranno valide le vecchie soluzioni?
Ma la crisi indotta dal blocco delle attività produttive per via del Coronavirus, potrebbe cambiare di nuovo le carte in tavola. I lavoratori delle aziende alle prese con difficoltà alla ripresa, potrebbero optare per uscite agevolate dal proprio impiego, anche se a scapito di qualche centinaio di euro sull’importo della pensione annua.
Quel che è certo è che, nei prossimi mesi, le priorità dell’Esecutivo saranno la liquidità per famiglie e lavoratori piuttosto che un riordino del sistema pensionistico. Sembra appunto sfumata, almeno per ora, l’ipotesi di un Quota 41 (tutti in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica) che, secondo le stime, farebbe salire la spesa a 12 miliardi già a partire dal primo anno di sperimentazione.
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