In Italia gli iscritti a una forma di previdenza complementare sono nove milioni e mezzo.
Secondo i dati Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, nei primi nove mesi del 2023 i contribuenti che hanno scelto questo tipo di accantonamento volontario sono aumentati del 3%. Le risorse investite nelle pensioni integrative invece sono cresciute del 6% e hanno toccato i 215 miliardi di euro, contro i 205 del 2022.
Cos’è la previdenza complementare
Si tratta di una forma di previdenza privata e volontaria che si aggiunge a quella obbligatoria, senza sostituirla, alla quale si accede accantonando regolarmente una somma durante l’età lavorativa che andrà a integrare la pensione corrisposta dagli enti di previdenza obbligatoria, come Inps e casse professionali.
Le tipologie di previdenza complementare
Esistono diverse forme di risparmi previdenziali integrativi:
- il fondo pensione negoziale, istituito dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione nazionale collettiva, di settore o aziendale a favore della categoria di lavoratori, prevede per ogni iscritto un conto pensionistico sul quale vengono accantonati i versamenti contributivi, che saranno depositati presso una banca o un’impresa di investimento e investiti nei mercati finanziari allo scopo di ottenere un rendimento;
- il fondo pensione preesistente include fondi che risultavano istituiti prima che venisse disciplinata la previdenza complementare.
- il fondo pensione aperto è istituito da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio e società di intermediazione mobiliare, ed è costituito sottoforma di patrimonio separato da quello della società di riferimento.
- il Piano individuale pensionistico di tipo assicurativo è istituito da imprese di assicurazione, ma il patrimonio resta separato e autonomo, ed è destinato esclusivamente al pagamento delle prestazioni degli iscritti.
La somma accantonata dipenderà dalle somme versate, dalla durata del periodo di versamento, dai costi sostenuti durante il periodo di iscrizione al fondo, dai rendimenti ottenuti con l’investimento sui mercati finanziari. Al momento del pensionamento si può decidere se ricevere una quota mensile come rendita o richiedere una parte in capitale fino al 50% e il rimanente in rendita.
I dati del 2023 per le pensione integrative
Gli incrementi più alti nel numero delle posizioni previdenziali si sono registrati nel settore edile, seguito da commercio, turismo e servizi, e industria metalmeccanica.
Da gennaio a settembre i contributi incassati da fondi negoziali, aperti e Pip sono stati pari a 9,8 miliardi di euro (+6% rispetto ai 12 mesi precedenti), con un rendimento del 2,2% per i fondi pensione negoziali, del 2,5% per i fondi aperti e del 2,9% per i Pip, a fronte di una rivalutazione del Tfr del 2,4%.
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