Come ogni anno il Global Retirement Index individua i Paesi che garantiscono il maggior benessere dopo la pensione. Un’analisi che purtroppo esclude l’Italia dalle prime posizioni della classifica.
L’Indice Globale di Pensionamento pubblicato da Natixis, si ripropone di individuare annualmente quali sono le nazioni più preparate per assistere i loro cittadini in pensione. Rientrano nella classifica i Paesi del Fondo Monetario Internazionale, i membri dell’OCSE e i Paesi Brics (Brasile, Russia, India e Cina). Un indicatore chiave per individuare la sicurezza pensionistica a livello globale.
Cosa rende un Paese più attraente per i pensionati?
Il metodo alla base del Global Retirement Index prevede l’esame di diciotto fattori raggruppati poi in quattro macrocategorie e infine ricondotti ad un unico valore percentuale. I 4 temi chiave considerati sono: i mezzi materiali per vivere comodamente; l’accesso a servizi finanziari per preservare i risparmi; l’accesso a servizi sanitari di qualità; la qualità di vita, ossia benessere psicologico e un ambiente sano.
La classifica globale 2022
La classifica di quest’anno vede in testa la Norvegia (leader nella categoria della salute anche grazie alla sua aspettativa di vita di 83 anni, 9 in più della media mondiale). Seguono Svizzera, Islanda e Irlanda. La miglior qualità di vita appartiene alla Finlandia (in compagnia di tutta l’Europa scandinava). La Repubblica Ceca guida la classifica del benessere materiale, mentre a capo di quello finanziario c’è la Svizzera. La media più alta per continente appartiene al Nord America grazie alla 15°e 18° piazzamento di Canada e Stati Uniti. L’Europa occidentale è al 2° posto, davanti a Europa orientale e Asia centrale (49%), America latina (37%) e Asia pacifica (32%).
La posizione dell’Italia
Purtroppo il nostro Paese rimane molto lontano dalla top ten globale, confermando un punteggio assoluto di 62% e un posizionamento al 31°posto, non distaccandosi dagli anni passati. Sui 4 macro temi, fa notare Marco Barindelli di Natixis, l’Italia si classifica al 20°posto (rispetto al 21°del 2021) per quanto riguarda i servizi sanitari, e per la qualità della vita, mentre è oltre il 25° posto sia per quanto riguarda le condizioni finanziarie in pensione sia per il benessere materiale dei pensionati. In sostanza nel Paese si conferma una situazione complessa alla quale si sta lavorando per trovare una soluzione in tempi rapidi.
L’anno nero per la pensione
Per gli analisti il 2022 è uno dei peggiori anni per andare in pensione “a memoria d’uomo”. Il contesto economico è in continua evoluzione. L’inflazione, la pandemia e la guerra in Ucraina hanno fatto schizzare alle stelle i prezzi dell’energia e dei generi alimentari, “intaccando pesantemente il potere d’acquisto dei pensionati”, sottolineano da Natixis. Una lezione importante e da non sottovalutare per coloro che stanno pianificando la pensione.
Il fattore demografico
Nello stesso tempo, aggiungono, un altro fattore critico con effetti globali è l’aumento dell’aspettativa di vita a fronte di una diminuzione dei tassi di natalità. Con una conseguente crescita della popolazione anziana in molti Paesi (per l’OCSE entro il 2050 il 30% della popolazione mondiale sarà over 65). Una situazione che, secondo Natixis, potrebbero a breve dover affrontare anche nazioni giovani, come Cina e India, grazie al miglioramento dell’alimentazione, dell’assistenza sanitaria e dei fattori ambientali.
Le future politiche pensionistiche
L’invecchiamento della popolazione incide sulla possibilità di ripagare il debito pubblico, in forte crescita. Per compensare la mancanza di fondi i governi potrebbero essere costretti a incidere negativamente sulla pensione, innalzando l’età pensionabile o riducendo le prestazioni. Si tratta naturalmente di misure impopolari ma realistiche, dal momento che molti Paesi stanno già agendo in questo senso, non ultima la Gran Bretagna dove il requisito di vecchiaia di 65 anni sarà portato a 67 nel 2028.
I rischi da considerare per la pensione
L’uscita dal mondo lavorativo per raggiunti limiti di età o contributi versati è una tappa fondamentale della vita. Pertanto è legittimo interrogarsi sugli scenari futuri, anche confrontando la propria posizione con le altre realtà nel mondo. Alla luce della situazione globale gli esperti di Natixis elencano gli errori più comuni nella pianificazione della pensione. Tra questi, sottovalutare l’impatto dell’inflazione o della longevità, sopravvalutare il reddito che ciascuno riceverà in pensione, non essere molto prudenti quando si fanno investimenti o avere in generale aspettative irrealistiche.
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