Qualcosa sta cambiando. O almeno i numeri raccontano un fenomeno di controtendenza. Gli italiani all’estero in età da pensione stanno tornando a casa.
Lo si legge chiaramente nell’XI Rapporto – redatto su dati Inps – di Itinerari previdenziali, Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano. Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza per l’anno 2022. Stando al dossier, i pensionati residenti all’estero nati in Italia sono 274.544 (il 73,9% del totale residenti all’estero) e sono diminuiti di circa 22.400 unità rispetto al 2020 quando erano 296.957 ma già in calo nel 2021 quando erano 285.920. Una tendenza, dunque, sulla quale ci si interroga anche per individuarne le ragioni.
Stop ai vantaggi fiscali: il caso portoghese
Sono vari i Paesi che stanno diminuendo i vantaggi e gli sgravi fiscali per coloro che intendano trascorrere all’estero il periodo successivo alla fine del lavoro. Tra i più recenti c’è il Portogallo – meta da anni di tanti nostri connazionali in quiescenza – che, dopo aver tagliato in maniera corposa gli sgravi lo scorso novembre, ha registrato un trend di partenze che continua a crescere.
Detto addio al trattamento d’oro per i trasferimenti a Cascais, Lisbona o in Algarve, numerosi italiani stanno facendo le valige per tornare indietro. Oggi, infatti, chi – pensionato – resta in Portogallo può sì contare su un’imposta fissa del 10% ma, prima della riforma, aveva diritto all’esenzione totale dal pagamento delle imposte. L’opzione resta in vigore per tutti coloro che già in passato avevano aderito a quel regime essendosi trasferiti da tempo e, dunque, beneficiando delle agevolazioni fino al decimo anno di permanenza. Insomma, nulla cambia per chi già fosse in Portogallo da diverso tempo.
Cosa accade altrove
Eppure, il Portogallo non sembra essere solo nella classifica dei rientri. I Paesi da cui i nostri connazionali tornano sono anche la Germania (-24,7%) seguita dal Belgio (-16,4%) e dalla Gran Bretagna (-5,3%). Salgono, al contrario, Spagna e Stati Uniti con un aumento del 16,4% cui si aggiunge il Canada con un +10,3%.
Anche gli immigrati tornano a casa
Ma c’è un altro dato interessante su cui riflettere: lasciare l’Italia sono sempre più i pensionati stranieri. Insomma, una volta finito col lavoro, in tanti preferiscono il Paese d’origine piuttosto che quello in cui hanno a lungo vissuto. E le ragioni, in questo caso, non sono solo economiche: c’è il ricongiungimento alle famiglie lasciate a casa nonché un reale inserimento sociale che, talvolta, qui da noi non è mai avvenuto sebbene si sia lavorato a lungo in Italia. Sta di fatto che il 40% degli espatriati, nel 2022, è di origine straniera di cui l’80% è di provenienza europea. Dunque, sarà in un contesto europeo che questi cittadini, ex lavoratori, continueranno a vivere.
I nuovi a trasferirsi
Tra gli italiani nuovi che, invece, decidono di trasferirsi all’estero aumentano i casi di coloro che lasciano l’Italia per raggiungere i figli che, per ragioni di lavoro, si sono trasferiti e hanno messo su famiglia altrove.
Un cambio di passo, dunque. Nuove consuetudini e abitudini per sostenere giovani famiglie migrate all’estero. Non la semplice ricerca di qualche paradiso fiscale.
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