È uno dei progetti più interessanti di tutta l’America Latina e strizza l’occhio allo sviluppo dei mezzi di comunicazione sociale che guardano alla terza età.
Si tratta di Pensar sin edad, una “rivista digitale” aperta ai senior, di cui loro stessi sono i principali destinatari e mittenti. Non solo: sono sempre loro a servirsi della piattaforma per scrivere, pubblicare video e trasmettere aspettative, bisogni e iniziative.
Un’idea, tutto sommato, abbastanza diffusa. Eppure ciò che, alla fine, fa la differenza tra questo e altri progetti simili è proprio l’attività di blogger svolta dai senior. Su queste pagine virtuali, infatti, smentiscono lo stereotipo degli “anziani analfabeti digitali”.
Perché qui sono loro stessi ad appropriarsi della rete come strumento per diffondere i pensieri e le opinioni, con l’obiettivo finale di dare valore alle esperienze e alle conoscenze personali, ricevute nel corso della loro vita, contribuendo ad abbattere il muro dell’ageismo, cioè di tutti quei pregiudizi che associano l’invecchiamento ad una mancanza di capacità di “essere al passo coi tempi”.
Dallo scorso anno per stare al passo coi tempi, il progetto si è anche arricchito di un nuovo spazio: il Podcast, registrazioni audio a puntate di programmi radiofonici che offrono la possibilità di accedere gratuitamente ai contenuti più vari.
Pensar sin edad è il frutto dell’iniziativa di Javiera Paz Sanhueza Chamorro, una giovane sociologa di 33 anni, che vive a Valparaíso, in Cile. Fin da subito Javiera ha indirizzato i suoi studi verso il mondo delle persone anziane; un tema – quello dell’invecchiamento – che fino a qualche anno fa era ancora poco sviluppato nel suo Paese. Dopo una collaborazione universitaria nell’ambito geriatrico, ha iniziato una carriera come imprenditrice sociale, approfondendo il tema della comunicazione nella società odierna, che sta rapidamente invecchiando, con la convinzione che, per porre fine ai pregiudizi derivanti dall’età, bisogna lavorare nelle reti sociali e nelle strade, tra la gente, e non solo nelle aule accademiche.
Fedeli a questo presupposto, in Pensar sin edad collaborano professionisti di diverse discipline inerenti all’area della geriatria, non in quanto studiosi esperti della materia, ma come trasmettitori della conoscenza e dell’esperienza acquisite nell’arco della vita.
Sul sito è la stessa Javiera a raccontare di sé e del suo lavoro: «Il progetto mi ha dato molta soddisfazione, prima di tutto obbligandomi ad uscire dalla mia “confort zone” e a confrontarmi con il pregiudizio altrui. Inoltre, mi ha offerto l’occasione di stringere amicizia con persone più grandi di me, alcune delle quali sono rimaste a lavorare nella mia squadra. Sono loro a mostrarmi costantemente che non esiste una sola forma di invecchiamento, ma che la chiave per una vecchiaia attiva è nel modo in cui affrontiamo la vita. Penso che le persone che invecchiano con successo sono quelle che vengono lasciate libere di apprendere e di lavorare per crescere, senza la barriera dell’età. Vorrei che fosse così anche per me».
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