Anna Pellizzaro. Nata a Padova, vive a Treviso. Ha insegnato nelle scuole elementari della provincia, ha pubblicato due libri: “Grilli per la testa” e “Le indagini di Catturin”. Didattica e scrittura sono sempre intrecciati. Ha ricevuto riconoscimenti e premi, con i suoi alunni, dai quotidiani locali. Ha una spiccata predilezione per il mistero e illustra libri e racconti per la prima infanzia. Al Concorso 50&Più nel 2018 e 2020 ha ricevuto la Menzione speciale della Giuria per la prosa e nel 2019 ha vinto la Farfalla d’oro per la poesia.
Notte di Natale 2020. A Bussolengo, nello spazioso salotto della sua villa, Savina guarda orgogliosa il presepio ai piedi di un albero decorato con sfere di prezioso vetro di Murano.
«Alviano, Alviano. Dormi? Guarda, anche quest’anno sono riuscita a terminare, in tempo, sia l’albero che il presepio. Ho faticato un po’, ma ce l’ho fatta. Domani arriveranno i nostri figli e troveranno i loro pacchetti sotto l’albero. Ti ricordi quando abbiamo deciso di sostituire quello vecchio? Non ci piaceva più perché non profumava di pino. Ehi’ Mi ascolti? Certo che ascolti, mi guardi e non mi interrompi perché sei sempre stato un vero signore. Io sono sempre stata una chiacchierona, però ti sono piaciuta subito. Ero una ragazzina quando sono entrata, per la prima volta, in Farmacia a comperare un analgesico per il mal di denti. Tu ti mettesti a ridere per la mia guancia tonda e rossa. Mi consigliasti ii tuo dentista perché era bravissimo. Si, era tanto simpatico e anche carino, ricordo due occhi azzurri dietro la mascherina, ma durante l’estrazione del dente mi fece vedere le stelle. Tornai da te con un foulard di seta rossa che mi copriva il capo e la guancia. Mi proponesti di mangiare un gelato e riuscisti a farmi ridere nonostante stesse passando l’effetto dell’anestesia. Ci salutammo e passarono due anni senza grandi novità. Poi, un giorno di novembre, ti vidi a passeggio per il centro, con una ragazza molto carina e sentii subito un vuoto allo stomaco. La vigilia di Natale entrai in farmacia con lo stesso foulard rosso e tu ti preoccupasti per me, ti rassicurai. Tutti i denti erano sanissimi e ti spiegai che avevo scelto quel colore perché era il simbolo del Natale. Mi dicesti di aspettare qualche minuto. Abbassasti la serranda e mi accompagnasti a casa. Sul portone mi guardasti con intensità, ci avvicinammo l’uno all’altro e… arrivò mio fratello in bicicletta. Scherzando, mi diede una spinta e rotolai ai tuoi piedi. Mi rialzai confusa e tu senza dire nulla mi sfiorasti la guancia e poi quante farfalle nello stomaco! Le sento anche adesso mentre ricordo. Ti ho annoiato? Ho divagato un po’ troppo. Torniamo all’albero dal profumo di cirmolo. Che gentili quegli artigiani. Ce lo consegnarono un mese prima di Natale e noi lo trasportammo in gran segreto per fare una sorpresa ai nostri figli. Le palline sono ancora, quasi tutte, quelle. Lo so che a te è sempre piaciuto di più il presepe, perciò, eccolo, anche lui in legno di cirmolo. Senti che profumo? Si, lo so mancano i Re Magi. Non ho potuto comperarli perché con questa situazione non si può uscire liberamente. Tu sei abituato a delegare. E io faccio quello che posso. Quest’anno a Gesù Bambino metterò ugualmente “oro” “incenso” e “mirra” sai come? Vicino alla culla appoggerò quella melina d’oro che mi hai portato da New York, poi accenderò tre bastoncini di incenso e per finire l’opera appoggerò una boccetta di oli essenziali di mirra. La lunga tavola a pronta ad accogliere i nostri otto figli. Ieri mi hanno telefonato dicendomi di non affaticarmi. Per il pranzo ci avrebbero pensato loro. Sii gentile, anche se qualche pietanza non sarà di tuo gradimento. Sorridi perché siamo fortunati. Viviamo in una meravigliosa casa piena d’amore e di armonia».
Sopra la poltrona verde smeraldo troneggia il ritratto di un signore sorridente che osserva con lo sguardo benevolo una lunga tavola apparecchiata a festa. Domani nella villa di Bussolengo saranno tutti insieme. Savina lo sa ed a felice della sua grande famiglia.