Quella sensazione preoccupante e costante che il tempo comprometta le nostre capacità fisiche e cognitive in psicologia è definita gerascofobia, la paura di invecchiare, e compare anche in giovane età
L’invecchiamento è un fatto naturale, ma le reazioni all’avanzare dell’età possono essere molto differenti, come pure le paure legate ai cambiamenti fisici e di stile di vita. Come spiega Lucia Montesi, psicologa e psicoterapeuta, bisogna distinguere la fisiologica paura di invecchiare che tutti possiamo sperimentare in alcuni momenti, da quella patologica che rientra nelle fobie specifiche e che può compromettere la qualità della vita.
Dottoressa Montesi, come si manifesta la gerascofobia e quali sono i fattori che la scatenano?
La vera e propria fobia dell’invecchiamento può comparire a qualsiasi età, anche a vent’anni, ma è più frequente dopo i cinquant’anni: si manifesta con ansia che può arrivare fino all’attacco di panico di fronte ai segni di cambiamento fisico, con pensieri negativi sul futuro, su quella che potrebbe essere la vita nella vecchiaia. Può assumere aspetti molto diversi a seconda delle persone: per alcuni la paura è quella di perdere bellezza, prestazione fisica, capacità fisiche e cognitive, sviluppare una demenza. Per altri il timore è la perdita del ruolo sociale, del prestigio legato al proprio lavoro, oppure della perdita dei mezzi di sostentamento, del rischio di avere bisogno di assistenza e di non poterla avere. La gerascofobia si manifesta attraverso comportamenti che si mettono in atto per cercare di arrestare o negare l’invecchiamento, ossia il ricorso alla chirurgia estetica, all’esercizio fisico esagerato, al mantenimento di ritmi di lavoro eccessivi, alle relazioni con persone molto più giovani.
Quanto influiscono i modelli sociali dominanti in questo tipo di paure?
Forse la principale influenza su questo tipo di paure deriva proprio dalla cultura e dalla società in cui viviamo, che ci propone continuamente modelli di bellezza e di immagine secondo determinati standard: bisogna essere belli, giovani, attivi, efficienti. Ed è difficile resistere a questa follia collettiva in cui tutti corrono verso un ideale irraggiungibile, per poi sentirsi inadeguati rispetto a modelli lontani dalla normalità, ma che comunque influenzano il nostro modo di vivere e percepire noi stessi. Basti pensare che anche nello scegliere una fotografia da pubblicare sui social cerchiamo sempre di privilegiare quella in cui si vedono meno i segni del tempo, e nella quale sembriamo più efficienti. Questa è poi l’immagine che rimandiamo agli altri, e che influenza moltissimo.
La pandemia ha influito sulle paure legate all’avanzare dell’età?
Purtroppo la pandemia ha amplificato ancora di più le paure, perché ha messo in luce la fragilità legata all’età anziana, per le conseguenze stesse del Covid che si accentuano all’aumentare dell’età. E poi ci ha portato a riflettere su tutte le tematiche legate alla solitudine e al bisogno di assistenza. Inoltre, questo periodo caratterizzato da restrizioni e lockdown ci ha fatto sentire un po’ tutti derubati del nostro tempo, come se fossimo invecchiati di due anni senza averli vissuti pienamente.
Perché la vecchiaia è ancora legata a una narrazione per stereotipi, nonostante l’aumento della vita media e la possibilità di preservare a lungo condizioni di benessere psicofisico?
Perché sono le persone più giovani che spesso si esprimono sugli anziani, ma raramente sentiamo la voce dei settantenni, degli ottantenni, che si esprimono su loro stessi; perché magari lo spot pubblicitario è creato per loro ma non da loro, come pure la comunicazione sui social, ma la realtà è molto diversa anche se emerge poco. C’è una discrepanza tra quelle che sono le paure e le proiezioni su come ci si immagina l’età anziana e la realtà, poiché dalle ricerche emerge che più della metà degli ultraottantenni è più che soddisfatta della vita che conduce. In realtà, quello che temiamo sono delle fantasie che proiettiamo sull’anzianità, che di solito è meglio di come viene immaginata.
Ci sono dei comportamenti o degli atteggiamenti che possono essere considerati campanelli d’allarme per capire quando una paura fisiologica sta diventando una fobia?
In psicologia non c’è un comportamento giusto o sbagliato di per sé, quindi ricorrere alla chirurgia estetica o al fitness diventa un problema solo se si supera la linea di confine della perdita di controllo, e della creazione di una dipendenza. Sentirsi in ansia o in colpa se non si fa una determinata cosa non è sano, come pure fare esercizio fisico tanto da compromettere la propria salute anziché apportare dei benefici, oppure spendere in cosmetici e chirurgia estetica tanto da compromettere le proprie finanze, o sacrificare i propri affetti.
Come si può contrastare la gerascofobia?
Parlando di più tra fasce di età diverse, perché ci si ascolta poco e c’è poco scambio. Se un giovane potesse ascoltare da una persona anziana com’è la sua vita, molti dei timori si ridimensionerebbero. Conoscere ciò che fa paura tranquillizza e aiuta a vivere meglio. Poi è importante chiedersi che cosa faccia paura nello specifico, perché magari è possibile adottare delle soluzioni e prepararsi a riguardo. Documentarsi su cosa significa invecchiare è fondamentale perché consente di mettere in luce anche gli aspetti positivi: l’età che avanza comporta dei cambiamenti, non necessariamente negativi, perché porta ad una maggiore consapevolezza di sé, e spesso significa riuscire a fare finalmente la vita che si vuole. Non c’è una ricetta unica per tutti, ma ognuno deve riconnettersi prima con se stesso, riflettere su quello che vuole e cercare di vivere nel presente. Cercare continuamente di sfuggire ai segni del tempo porta a non trovare mai una soddisfazione, ma a spostare sul piano fisico ciò che non soddisfa della propria vita.
Come terapeuta si è trovata di fronte a casi di paure di questo tipo?
I casi capitano e il ventaglio delle cause è estremamente variegato: c’è la persona che è ossessionata dal diventare demente, per la quale tutto ruota attorno al controllo delle prestazioni cognitive; quella terrorizzata dal fatto di rimanere sola, o di non valere più niente agli occhi degli altri perché non lavora più. In realtà, moltissime delle problematiche si ricollegano alla paura dell’invecchiamento, e anche della morte che questo richiama, un altro tema che ancora ci turba. Questi temi sono ancora poco studiati e tendono ad essere rimossi dalla nostra coscienza, ma rimuovere completamente l’argomento non consente di metterne in luce anche gli aspetti positivi.
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