Le organizzazioni che aderiscono al “Patto per un Nuovo Welfare sulla non autosufficienza” sostengono l’attuazione della Legge Delega sulla non autosufficienza nel 2024, proprio come prevede l’iter parlamentare. Per farlo propongono di utilizzare la Legge di Bilancio e avviare così un Piano di legislatura che attui progressivamente la riforma in tutti i suoi ambiti.
Il 21 marzo 2023 il Parlamento ha approvato definitivamente la Legge Delega in materia di politiche in favore delle persone anziane, inclusa la riforma della non autosufficienza. Un testo di contenuto epocale che presenta al suo interno numerose proposte del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, un’ampia coalizione sociale, che raggruppa gran parte delle organizzazioni della società civile coinvolte nell’assistenza e nella tutela degli anziani non autosufficienti in Italia.
Oggi il Patto chiede di concretizzare il contenuto della norma stanziando i fondi necessari nella Legge di Bilancio. Si tratterebbe, precisano le oltre 50 associazioni aderenti, di stabilire gli stanziamenti individuati per attuare la Riforma nel 2024. Questa richiede tra i 5 e 7 miliardi di euro annui aggiuntivi, una cifra, aggiunge il coordinamento, significativa ma raggiungibile. Si potrebbe realizzare infatti mediante un criterio di gradualità nell’arco di tutta la legislatura, ricorrendo anche agli investimenti del PNRR.
Una proposta per dare concretezza alla Legge
Gli organizzatori precisano che la proposta guarda all’oggi, cominciando a fornire migliori risposte ad anziani e famiglie. È una proposta per iniziare a “dare sollievo a pressanti necessità”, dichiarano le associazioni aderenti al Patto, “la proposta serve a costruire il futuro: individua i primi passi del percorso pluriennale necessario per tradurre la riforma in pratica, che incontrerà certamente notevoli, spesso inattese, difficoltà”. In sostanza, afferma il Patto, si tratterebbe di dare risposta e supporto a 10 milioni di cittadini, tra anziani non autosufficienti, familiari e operatori.
Un Welfare per la Non Autosufficienza di domani
La proposta rivolta al Governo include 7 paper di approfondimento, ed è strutturata in modo da richiedere un finanziamento sostenibile per le casse dello Stato: serve 1 miliardo e 306 milioni di euro nel 2024, suddivisi in 835 milioni dalla sanità e 471 milioni dal sociale. Pilastro della Riforma per gli anziani è lo SNAA – il Sistema Nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente -, argomento che è stato trattato anche all’interno del volume “Età anziana: tempo di diritti e responsabilità”, edito a cura di 50&Più e Fondazione Leonardo.
Il nuovo Sistema prevede, per la prima volta, una programmazione organica dei servizi statali e territoriali per superare – tra l’altro – il divario territoriale nell’assistenza, in un’ottica di sostegno agli anziani e alle famiglie. Senza entrare nei dettagli tecnici vale la pena ricordare le tre direttici di interesse: domiciliarità, residenzialità e prestazioni universali.
Obiettivo: migliorare l’assistenza domiciliare e nelle Rsa
La prima prevede l’attivazione di un’assistenza domiciliare specificamente progettata per la non autosufficienza, finora assente in Italia. È forse il “pezzo forte” della Riforma perché permetterà agli anziani di usufruire di “pacchetti personalizzati”, assicurando cure domiciliari qualificate per 365 giorni l’anno. Il secondo punto di riforma riguarda l’innalzamento della qualità nelle strutture i cui utenti – da molti anni – registrano notevoli criticità per problemi di mobilità, demenza e vari fattori clinici. Sono in massima parte grandi anziani non autosufficienti (over 85), contraddistinti da totale dipendenza, elevata comorbidità e frequente compromissione della cognitività. Su questo aumento del bisogno di cure è necessario intervenire attraverso l’aumento delle ore dedicate dal personale delle strutture agli ospiti.
La Nuova Prestazione Universale
Infine, sempre nel documento del Patto, viene dato largo spazio al rafforzamento dei contributi monetari statali, prevedendo un incremento per chi versa in condizioni più gravi e per chi li utilizza per remunerare gli assistenti familiari in modo regolare. Un obiettivo trasversale, infatti, è quello di combattere il lavoro nero largamente diffuso in questo tipo di attività. Ed è ovvio che un’adeguata remunerazione garantisce un’assistenza regolare e più qualificata. La nuova Prestazione Universale per la Non Autosufficienza, sarà basata non più sulle disponibilità economiche del richiedente, che potrà optare tra un assegno o l’accesso ai servizi alla persona, ma esclusivamente sul suo bisogno di assistenza. Per il Patto per un Nuovo Welfare ciò significherebbe maggior tutela del diritto alla cura, libertà di scelta ed equità.
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