Secondo le stime dell’AIPB, Associazione Italiana Private Banking, circa 2.000 miliardi di ricchezza sono in procinto di passare dalle generazioni più anziane alla “generazione Internet”. la popolazione invecchia e trasferisce una ricchezza sempre maggiore a figli e nipoti.
Si tratterebbe del più grande passaggio di ricchezza dal Dopoguerra a oggi. Duemila miliardi in transito dai cosiddetti Yuppies alle generazioni internet. Nelle settimane scorse a parlarne è stato il Corriere della Sera che riprendendo i calcoli di AIPB, Associazione Italiana Private Banking, ha raccontato come – di fatto – già entro il 2025 saremo di fronte a 200 miliardi di trasferimenti.
Le generazioni beneficiarie
Un passaggio di testimone rilevante i cui benefici andranno a favore di generazioni certamente più esposte a precarietà, carriere discontinue e salari bassi rispetto a quelle che le hanno precedute come, appunto, quelle che hanno vissuto il benessere economico degli anni Ottanta. I beneficiari saranno in primis la Generazione X – 15 milioni di persone nate tra il 1964 e il 1979 -; quindi i Millennials – nati tra il 1980 e l’87 (sono circa 11 milioni) e infine gli Z, nati tra il 1998 e il 2012.
Una grande differenza
A differenza dei loro predecessori, è difficile trovare tra queste giovani generazioni chi abbia potuto affermare per conto proprio la possibilità di risparmiare e mettere da parte capitali. Però è evidente che si troveranno – per chi chiaramente ne avrà la fortuna – a gestire e beneficiare di eventuali profitti di genitori e nonni.
I lasciti annui
Secondo le stime, sarebbero oltre 200 i miliardi i lasciti e testamenti che ogni anno vengono contati in Italia, la stessa Italia che – pur contando su questo primato europeo – sconta la meno lodevole caratteristica della poca informazione finanziaria. Il che vale a dire che in tanti, di quelle ricchezze accumulate non faranno che conservarle su conti correnti per effetto evidente della poca familiarità e dimestichezza con gli investimenti.
L’Italia al top
Lasciti testamentari da record in Italia – dicevamo – che comporteranno per le future generazioni una importante salvaguardia. Un tesoretto prezioso in tempi di precarizzazione del lavoro, ma anche importante partita da gestire. Intanto, oggi, prima che queste somme si muovano verso le generazioni più giovani fungono da welfare per i molti nati dalla metà degli Anni ’60 in poi poiché stanno fungendo da garanzie sui nuovi mutui, contributi alle spese familiari nonché, appunto, in lasciti futuri circa appartamenti, seconde case, automobili e persino – a seconda delle disponibilità – barche e imprese. Ma anche, come detto, liquidità e, dunque, denaro.
La conoscenza finanziaria
Ecco perché, proprio in vista del futuro, è bene che le tematiche finanziarie siano sempre più familiari tra gli italiani, anche quelli più giovani alle prese, un giorno, con tematiche come le successioni che, nel nostro Paese – stando a una seppure breve comparazione – sembrano poter contare su tasse con aliquote tra le più basse al mondo che variano tra il 4 e l’8%. Tutt’altro discorso all’estero dove, ad esempio in Francia, le tasse di successione variano dal 5 al 45% o in Spagna dove arrivano al 34%. Ma c’è anche da dire che in Paesi come Australia, Canada, Norvegia, Cipro, Svezia, Gibilterra, Cina, India, Russia e Nuova Zelanda queste tasse di successione non esistono proprio.
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