Il 61% dei familiari che si occupano di un malato cronico ha riscontrato difficoltà nell’ottenere assistenza. Le complessità burocratiche sono il principale ostacolo, con la limitata disponibilità di risorse e fondi. La telemedicina? Uno strumento utile per semplificare la vita sia del malato che dei caregiver.
Per molte persone che soffrono di malattie croniche il supporto dei propri familiari è fondamentale: dalla prenotazione delle visite all’aiuto nelle piccole attività quotidiane, i familiari caregiver possono svolgere un ruolo importante nella gestione di una cronicità. Purtroppo, però, come rivela l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, spesso il loro compito è reso più complicato dalle difficoltà nell’accedere ai servizi di assistenza. Quasi due su tre dichiarano di aver incontrato ostacoli in questo senso.
La ricerca di Nomisma e Unisalute: la fatica dei caregiver di accedere ai servizi
Dalla ricerca – che ha coinvolto oltre mille italiani affetti da patologie croniche e i loro familiari – è emerso come quasi un malato su cinque (18%) necessiti di un’assistenza almeno saltuaria, e che nel 58% dei casi a fornirla siano prevalentemente i familiari, con un picco del 64% al Sud. La maggioranza di essi (61%), però, ha riscontrato difficoltà nell’accedere ai servizi che dovrebbero aiutarli nell’assistenza al malato. L’indagine è stata condotta dall’istituto di ricerca Nomisma su un campione di 1.346 italiani con età compresa tra 18 e 70 anni, stratificato per età, sesso ed area geografica. Di questi, 1.097 con patologie croniche o con familiari stretti affetti da patologie croniche, con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli, Palermo, Genova, Cagliari
Le complessità burocratiche tra i principali ostacoli
Il problema numero uno è la burocrazia: le pratiche necessarie per fare richiesta sono indicate come un ostacolo dal 60% del campione. Quasi uno su due ritiene insufficienti le risorse e i fondi dedicati (47%) e in molti lamentano una scarsa flessibilità nel venire incontro alle esigenze delle famiglie (40%). Spesso poi è difficile trovare informazioni su quali servizi siano disponibili nel proprio territorio, come dichiara quasi un intervistato su tre (30%).
Più servizi di supporto, sostegno psicologico, formazione e dispositivi di telemonitoraggio
Come semplificare allora la vita dei caregiver? Secondo gli intervistati servono innanzitutto maggiori risorse e fondi ai servizi di supporto (72%). Molti vorrebbero usufruire di sostegno psicologico (58%) e di programmi di formazione sulla patologia cronica e sulle pratiche di assistenza (51%). Piacciono anche i dispositivi di telemonitoraggio (54%): rendono più semplice tenere sotto controllo l’andamento della malattia direttamente da casa, anche se ad oggi sono utilizzati solo da una minima parte (5%) dei malati cronici.
I servizi utili ai caregiver: terapie a domicilio, consegna di ricette e medicinali, telemedicina
Guardando invece alla quotidianità di chi soffre di una cronicità, dalla ricerca emergono come utili alcuni servizi. In particolare la consegna a domicilio di ricette e medicinali (62%), i servizi di consulenza che aiutano a individuare cure e altre opportunità di assistenza (57%) e le terapie a domicilio (51%). Anche sotto questo punto di vista gli strumenti della telemedicina – dal telemonitoraggio alle televisite – vengono apprezzati, con oltre la metà del campione (51%) che li considera utili.
© Riproduzione riservata