Indagine dell’Institute of Applied Economic Research su un campione di 402 piccole e medie imprese in tutta Italia. Il 56% degli imprenditori ha più di 50 anni. Il 40% delle aziende affronterà il passaggio generazionale nel giro dei prossimi 10 anni.
Il 56% degli imprenditori italiani ha più di 50 anni. Il 40% delle piccole e medie imprese sono oggi guidate da over 50: questo significa che dovranno affrontare il passaggio generazionale nel giro dei prossimi 10 anni. Parliamo di circa 1,4 milioni di aziende e di un ritmo di 396 passaggi tra generazioni di imprenditori fino al 2034.
Sono dati impressionanti, quelli rivelati dall’indagine condotta dall’Institute of Applied Economic Research su un campione di 402 piccole e medie imprese familiari, distribuite su tutto il territorio italiano. Un’indagine che mette in luce la grande sfida rappresentata dall’invecchiamento della popolazione imprenditoriale italiana.
Precisamente, oggetto dell’indagine sono le piccole e medie imprese familiari costituiscono la maggioranza del tessuto imprenditoriale italiano, che rappresentano circa l’80% delle imprese nel Paese. Numeri che confermano l’importanza della famiglia al centro della componente business. “Il passaggio generazionale nelle PMI italiane – afferma Fabio Papa, fondatore di I-AER e docente di economia – rappresenta un momento importante nell’evoluzione del tessuto imprenditoriale nazionale. L’invecchiamento della popolazione imprenditoriale, con oltre il 56% degli imprenditori italiani oltre i 50 anni, pone di fronte a una sfida senza precedenti che richiede un approccio pragmatico e pianificato per i prossimi 10 anni, al fine di preservare e valorizzare il prezioso patrimonio imprenditoriale italiano”.
Passaggio generazionale, i settori più coinvolti
I settori maggiormente coinvolti dal passaggio generazionale sono quelli in cui le piccole e medie imprese familiari giocano un ruolo centrale nell’economia italiana. Tra questi, alloggio e ristorazione (46%), commercio (35%), manifatturiero (28%), servizi (22%) e costruzioni (20%). Queste imprese incidono notevolmente sull’occupazione e sul valore aggiunto del Paese, sottolineando l’importanza cruciale di un adeguato passaggio generazionale per garantire la stabilità economica a lungo termine.
Le criticità del passaggio
Le principali difficoltà durante il passaggio generazionale, secondo quanto riferito dal campione, riguardano: primo, la mancanza di comunicazione e di una visione strategica condivisa (23%) tra la generazione senior e quella junior: questa carenza può ostacolare il passaggio generazionale, creando incomprensioni e ritardi nel processo di transizione. La seconda criticità (23%) è rappresentata dalla differenza di valori correlata alla differenza di età. La terza difficoltà (17%) è la reticenza che la generazione “senior” può avere nel lasciare spazio alla nuova generazione, associata spesso a una diffidenza verso il cambiamento e la modernizzazione.
Gli elementi facilitatori
I ricercatori hanno anche evidenziato gli elementi che facilitano il passaggio generazionale: primo, la chiarezza dei ruoli e delle responsabilità all’interno dell’organizzazione (14%); secondo, la comunicazione “sana” tra le due generazioni e la “trasparenza reciproca” rispetto agli obiettivi (13%); terzo, la motivazione della generazione “entrante” nei confronti dell’azienda (13%).
L’insuccesso del passaggio generazionale può avere conseguenze drammatiche per l’azienda e portare alla sua chiusura, quindi alla perdita di posti di lavoro e dispersione di conoscenze e competenze. A tal proposito, i ricercatori hanno analizzato un gruppo di imprese che ha ben gestito il passaggio generazionale: a distanza di due anni dal subentro della nuova generazione nella gestione, le performance globali dell’azienda sono migliorate fino al +7%. “Affrontare queste sfide richiede un approccio completo e multidisciplinare, che spesso necessita dell’intervento di professionisti esterni capaci di facilitare il processo”, conclude Fabio Papa.
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