Silvana Pasinetti.
Dice “scrivere, raccontarmi è una buona ricetta per superare la mia riservatezza e timidezza”. Partecipa al Concorso 50&Più dal 2003; nel 2004 ha vinto la Menzione speciale della giuria per la prosa e la poesia, nel 2005, 2007, 2009, 2010, 2011 e 2012 per la prosa e nel 2006 e 2008 per la poesia. Vive a Catania.
Il mio uomo, sul divano assopito con gli occhiali in bilico sul naso, sembra così mite e indifeso da suscitare tenerezza. Con l’avanzare degli anni siamo facili alle pennichelle fuori orario, poi la notte non si dorme.
Osservo il quieto sonno del mio marinaio nella luce del nostro sortilegio. Quei baffetti bianchi mi piacciono, non il suo sonno che a volte mi turba. Mi sfioro le guance, sono appassite come il nostro corpo e il vissuto che ci accompagna. Nella relazione che sempre nuova noi stabiliamo, mal il medesimo. Oggi, senza vanificare quel tempo sfuggente, abitiamo altre soglie, spazi animati da nuovi significati, consapevoli della fugacità del tutto.
Fiaccata dalla canicola estiva, il pensiero vaga riflessivo sul significato dell’incedere. Al mio “caldo” momento torna un vento fugace… così lontani quel marinaio e quella bambina… I baci nel canneto, il romantico fluire del Ciane, quel “primo” giorno a Venezia all’albergo San Marco, le repentine difficoltà lavorative a Milano mentre il mio panino cresce. Poi, la famiglia sempre più numerosa, le merende sui prati nel brioso cinguettio dei figli piccoli, le ansie lungo la loro crescita. E i trascorsi alle manifestazioni del 50&Più con serate danzanti, nuove amicizie e farfalline d’argento.
Se socchiudo gli occhi sorrido di me stessa, di quel che sono stata, delle mie debolezze, della mia intransigenza, del timore di perdere chi amo. A volte, a seguito di una lieve sollecitazione, fa capolino il senso amaro di un momento caduco: tornano presenze d’amore, silenziosi custodi che animano il cielo.
Se le difese dell’anima mia si indeboliscono, sempre più qualcuno mi chiama, suasivo mi esorta a superarmi, a vedere il meglio lungo i miei spazi . Ecco: il dolore diventa crescita. A Lui chiedo la forza d’animo lungo quest’ultimo soffio di vento, stretta al mio istrione, ai nostri quattro splendidi soli, in armonia con i legami.
Indelebili e profonde tornano le parole di un grande letterato ricco di cognizioni: Prof. Mario Grasso. Rubo le sue parole per significare il mio credo: “…siamo tutti, di volta in volta, noi, un momento della dimostrazione di Dio perché siamo lo testimonianza del suo ludus di creazione e trasformazione incessante…”.