Dalla fine del 2022 a oggi, i numeri di chi decide di partire dalla Tunisia hanno superato quelli registrati dalla Libia. Molti migranti, infatti, sono diretti verso l’Italia per raggiungere l’Europa in cerca di un futuro migliore.
Il paese, stretto in una grave crisi economica, si trova a fronteggiare l’arrivo di un numero sempre più in crescita di cittadini subsahariani, provenienti da paesi come il Sudan (nuovamente in guerra dall’aprile scorso), la Nigeria, l’Etiopia, l’Eritrea, la Somalia. Allo stesso tempo, la Tunisia deve gestire altissimi tassi di disoccupazione giovanile che spingono gli stessi tunisini a cercare altrove una possibilità di futuro.
Il memorandum Tunisia-Ue
Lo scorso 16 luglio, il presidente Kais Saied ha sottoscritto un memorandum di intesa con l’Unione Europea per creare un partenariato strategico che aiuti il paese in una ripresa economica e permetta di gestire congiuntamente le frontiere. Il documento, firmato dalla Presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni, dal Primo ministro olandese Mark Rutte e dalla Presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen, si articola in cinque punti: stabilità macroeconomica; economia e commercio; transizione energetica; facilitazione degli scambi tra i popoli; migrazioni.
Al momento si tratta di una bozza da ratificare, che per la Tunisia potrebbe essere utile a rilanciare l’economia, grazie al sostegno finanziario che ne seguirebbe, mentre per l’Europa sarebbe la chiave, almeno nelle intenzioni, di esternalizzare ancora una volta le frontiere nella gestione dei flussi migratori.
I fondi
Secondo le prime informazioni sui finanziamenti diffuse dalla Commissione europea, la Tunisia otterrebbe 150 milioni di euro a sostegno del bilancio, oltre a circa 100 milioni per la gestione delle frontiere e 81 milioni per progetti di scambio tra la popolazione europea e tunisina nel settore dell’educazione.
Partire dalla Tunisia: cosa succede nel paese
Ma cosa succede intanto nel paese, dato che non esiste un sistema di accoglienza strutturato e gli aiuti sono spesso lasciati alla gestione della prima emergenza da parte della Mezzaluna Rossa, con pochissimi fondi a disposizione e all’umanità della società civile?
Attraverso quattro mini reportage proveremo a capire meglio ciò che accade dall’altra parte del Mediterraneo: cosa pensano i tunisini, cosa vivono – e subiscono – i migranti durante i loro viaggi lunghissimi e spesso terribili.
In questa prima puntata di “Partire dalla Tunisia” siamo andati nei sobborghi di Tunisi e abbiamo chiesto alla gente comune cosa ne pensa delle partenze e quale sia la situazione reale del paese.
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