Dalla fine del 2022 a oggi, i numeri di chi decide di partire dalla Tunisia hanno superato quelli registrati dalla Libia. Molti migranti, infatti, sono diretti verso l’Italia per raggiungere l’Europa in cerca di un futuro migliore. In questa terza puntata di “Partire dalla Tunisia” incontriamo Godspower, fuggito dalla Nigeria, e Ibrahim, partito dalla Sierra Leone.
Per i migranti che provengono dai paesi subsahariani la Tunisia è l’ultima tappa dell’Africa prima di provare ad attraversare il mare per raggiungere l’Europa. Tutti coloro che arrivano nel paese hanno oltrepassato il confine con la Libia o quello con l’Algeria. Chi è passato dalla Libia, la maggioranza, ha spesso subìto torture e trattamenti disumani nei centri di detenzione per immigrati.
La storia di Godspower
In questa terza puntata di “Partire dalla Tunisia” incontriamo Godspower, un giovane fuggito dalla Nigeria insieme alla moglie e ai due figli dopo essere scampato all’attacco del suo villaggio da parte di un gruppo di miliziani.
È arrivato in Tunisia da circa dieci giorni e sopravvive a Medenine, città a 120 km dal confine con la Libia, con i ticket da 30 dinari alla settimana che riceve dall’Unhcr. Siccome non bastano, è costretto a chiedere qualche spicciolo ai passanti, insieme al figlio maggiore Emmanuel, che a 8 anni ha già attraversato quattro paesi a piedi o con mezzi di fortuna. Preferisce non farsi riprendere in volto per proteggere i familiari rimasti in Nigeria.
La storia di Ibrahim
Ibrahim invece è partito dalla Sierra Leone e di Stati ne ha attraversati sei. È in Tunisia da tre anni perché dopo essersi imbarcato per l’Italia ed essere stato fermato e riportato indietro dalla Guardia Nazionale, spendendo tutto quello che aveva per provare a raggiungere l’Europa senza successo. Così ha deciso di restare qui.
Oggi lavora come muratore a Zarzis, 80 km dal confine libico-tunisino, ma prima di trovare un impiego retribuito ha sperimentato sulla pelle lo sfruttamento e il razzismo.
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