Comincerà a breve nuova ricerca per individuare precocemente l’insorgere del Parkinson attraverso il monitoraggio del sonno.
Lo studio sul Parkinson, coordinato dall’Università di Pisa e finanziato con 3 milioni di euro dal programma per la ricerca e l’innovazione dell’Unione Europea Horizon Europe, simulerà i ritmi sonno veglia attraverso l’utilizzo di organoidi cerebrali, ossia dei modelli cellulari tridimensionali avanzati del cervello umano.
Uno studio internazionale
L’intento è quello di individuare i difetti nella morfologia delle cellule neuronali attribuibili ai disturbi del sonno connessi al Parkinson. Al progetto partecipano anche le università di Friburgo e Amsterdam, oltre a tre imprese, la lussemburghese Organotherapeutics Gmbh, la belga Atlas Neuroengineering, e l’italiana SleepActa.
Arrivare alla diagnosi prima dell’insorgenza dei sintomi
“Riuscire a individuare per tempo il morbo di Parkinson, anche prima che inizino i tremori tipici, è fondamentale per controllare la malattia, gestirne l’evoluzione e garantire al paziente una migliore qualità di vita – ha spiegato Chiara Magliaro, una delle ricercatrici che parteciperanno alla ricerca – e con la tecnologia che intendiamo sviluppare grazie al progetto Nap, sarà possibile farlo in maniera personalizzata.”
Tecnica non invasiva
Ad oggi la diagnosi arriva solo all’insorgere dei primi tremori, quando però il 90% dei neuroni è già compromesso, mentre una tecnica non invasiva potrebbe aiutare a intervenire prima, e a capire la predisposizione di un soggetto a questa malattia.
Secondo i ricercatori, i primi risultati potrebbero già arrivare nel 2026, con la possibilità di individuare precocemente il Parkinson e battere sul tempo l’insorgenza della sintomatologia.
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