Germana Pallecchi. La voglia e il piacere di scrivere hanno avuto origine nell’adolescenza regalandole soddisfazioni nella partecipazione a vari Concorsi. Ha pubblicato un romanzo nel ’99 e una raccolta di poesie nel 2014. Partecipa al Concorso 50&Più per la quarta volta; nel 2020 ha vinto la Farfalla d’oro per la poesia. Vive a Impruneta (Fi).
Pensieri come nubi scure, che si rincorrono in una giornata di vento intenso. Bandiere che sventolano con vigore, sembra che vogliano staccarsi dall’asta. Sono bandiere di pace.
Pace, pace, pace…
Sono appese a molte finestre. Sono multicolori, con tinte tenui che digradano da scuro a chiaro, sembrano colori dell’arcobaleno. In mezzo c’è la scritta bianca, come la colomba.
Sventolano le bandiere ma il vento, sempre più impetuoso, le arrotola intorno all’asta e il drappo diventa tutt’uno con il suo sostegno e non si distingue più la scritta, ma si nota solo un rotolo di stoffa colorata.
La bufera del pensiero umano la nasconde, la pioggia dell’indifferenza la imbratta, ne altera i colori, che da chiari diventano scuri. La tempesta dell’interesse soffia forte, diventa vortice, sradica tutto ciò che non è ben fissato al suo posto e lo stesso stendardo, che è stato messo lì con convinzione, ma anche con superficialità, sollecitato dal vento impetuoso, si stacca dal suo posto e vola lontano, cade nella via, dove un’auto ci passa sopra.
Adesso quella bandiera a diventata un pezzo di stoffa qualunque; a un grumo fangoso, logoro, con il quale si sono mescolati pezzi di carta stampata, foglie marce e terra mista al grasso di carburante. Una bandiera sventola nel mio pensiero, il vento del risentimento la fa sbattere, ho voglia di guerra verbale verso il mio prossimo, ho parole pesanti come macigni che vorrei scagliare. Mi sento un bardo e it mio orgoglio reclama vendetta. Ma la ragione prende il sopravvento. Mi fermo, mi riapproprio di lei, di quella ragione che distingue l’uomo dalla bestia. Mi calmo e divento mite. La tempesta interna si smorza e rimane solo un venticello di pensieri che stendono la mia bandiera multicolore, in modo che si possano distinguere i colori tenui dell’arcobaleno e la scritta candida come la colomba che vola verso il cielo, fino a raggiungere quell’arco colorato.
Non ci sarà il vento dell’interesse che la farà arrotolare e volare via. Nessuno potrà sradicarla dalle mie convinzioni. Le parole pesanti, scacciate dall’autocritica, se ne andranno facendo posto alla tolleranza. Voglio che la bandiera della pace interiore sventoli orgogliosa dentro me, mentre donerò un sorriso e parole di fratellanza, alle persone di ogni colore e credo religioso.