L’abbiamo desiderato tanto negli scorsi mesi. Passavano le giornate e spesso ci siamo ritrovati a fantasticare su come sarebbe stato il ritorno alla normalità. A pensare a quella quotidianità che ci era stata sottratta, ed era fatta di piccoli gesti. Tornavamo a ripercorrere con la mente i momenti, a ricordare gli odori, i profumi. E ce ne era uno in particolare, che avevamo la frenesia di tornare a sentire. Quello del caffè consumato al bancone di un bar.
Finalmente torna il rito del caffè
Un rito che al di fuori del Belpaese guardano con sorpresa, laddove i caffè vengono serviti nella tazza del the, o in bicchieri di plastica take-away non necessariamente sostenibili. Ma quel momento fugace del consumare il caffè al bancone, anziché seduti al tavolo, è tutto italiano.
Dal 18 maggio scorso è iniziata la cosiddetta “Fase2 bis”. È arrivato il semaforo verde per la riapertura di esercizi commerciali, bar e ristoranti (eccezion fatta per la Regione Campania, che si è presa qualche giorno in più). Siamo nella ripartenza, e molte persone hanno deciso di inaugurare questo nuovo capitolo tornando a riappropriarsi dell’abitudine che scandiva l’inizio della loro giornata: il caffè al bar.
Prende un caffè e lo paga 50 euro
Così ha fatto anche un avventore siciliano che, quel lunedì mattina, intorno alle 8, si è recato presso il Bar Moon, in una delle vie del centro di Marsala (Trapani), per riappropriarsi del rito della colazione al bar. Lui, del resto, è sempre stato un cliente abituale.
Ha preso il suo solito caffè amaro, lo ha consumato con tranquillità, uno scambio di battute, e poi via. Va in cassa a pagare, allungando una banconota da 50 euro: «Tieni pure il resto – dice rivolgendosi alla cassiera che rimane stupita -. Siete rimasti chiusi 50 giorni. È il minimo che io possa fare. Io sono una persona fortunata, ho uno stipendio pubblico, pagato anche dalle tasse che paghi tu. A domani».
È così che è iniziata la nuova fase del Bar Moon, grazie a questo inusuale atto di un cliente. Un bel gesto di solidarietà che fa bene alla salute dell’Italia, che ha bisogno di fiducia per ripartire.
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