La drammatica fotografia di solitudine e di disagio scattata dall’Istat e dalla Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria nel Rapporto “Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria”.
Per l’Istat sono oltre 2,7 milioni gli over 75 in Italia che vivono in difficoltà. Più di 1 milione senza un aiuto adeguato. È la drammatica fotografia del Rapporto “Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria”. Promosso insieme alla Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria, il report ha esplorato le condizioni di fragilità e la domanda di assistenza sociale e sanitaria espressa dalle persone con almeno 75 anni di età. L’obiettivo è individuare gli interventi necessari a ridisegnare la rete dei servizi territoriali. Un intervento oggi più che mai urgente dopo che la crisi sanitaria da Covid-19 ha evidenziato ulteriormente le carenze del sistema.
Istat: oltre 2,7 milioni di over 75 con difficoltà motorie
Su circa 6,9 milioni di over 75, oltre 2,7 milioni hanno gravi difficoltà motorie, più patologie, difficoltà di autonomia nelle attività quotidiane. Il 72% di questi anziani soffre inoltre un grave disagio economico. Si colloca infatti anche nella fascia di reddito più bassa, fino a 650 euro mensili. Circa 400mila persone con problemi motori e di autonomia si confrontano quotidianamente con difficoltà nella mobilità per la presenza di barriere dell’abitazione in cui vivono. Oltre 160mila ricadono nelle due fasce di reddito più basse. Sono per lo più anziani soli o con familiari tutti anziani. Dunque, convivono con la concreta assenza di un aiuto familiare e con un diffuso disagio economico.
1,2 milioni di anziani senza caregiver
Proprio l’assenza di sostegno fra le mura domestiche è l’altro aspetto preoccupante evidenziato dal Rapporto. Tra gli over 75, circa 1,2 milioni, pari al 18,8% degli intervistati, dichiarano di non poter contare su un aiuto adeguato alle proprie necessità. Quasi 100mila (92.620) le persone che vivono anche una grave situazione di disagio economico. Tra gli anziani senza aiuto o con aiuto insufficiente, la quota di coloro che presentano difficoltà motorie e grave compromissione dell’autonomia raggiunge il 64%. Mentre solo il 36% riporta condizioni di salute poco gravi o non ha alcun problema di salute.
In 300mila famiglie si convive fra anziani
Particolarmente grave è la situazione di otre 600mila persone che dichiarano di essere completamente sole (638.913 individui) o di vivere con conviventi anziani (372.735), per un totale complessivo di oltre un milione di persone (14,7%). Dei circa 370mila anziani che vivono in famiglie di tutti anziani, circa il 15% delle persone ha bisogno di un soccorso immediato, anche di carattere economico. Ancora, 225mila over 75 che vivono in famiglie di soli anziani presentano difficoltà motorie severe sebbene più della metà presenti un reddito che si colloca nelle fasce di reddito più elevate.
I più fragili sono i più poveri
Incrociando i dati elaborati dall’Istat, è possibile identificare una sottopopolazione di oltre 400mila over 75 “ad altissimo rischio”. Una condizione di solitudine e di mancanza di aiuto acuita da gravi problemi di salute (severe difficoltà motorie, fino alla severa compromissione dell’autonomia) e da una condizione economica che rasenta la povertà per circa 100mila anziani. «Appare evidente che – evidenzia il Rapporto -, per i circa 100mila anziani soli, poveri di risorse economiche e senza aiuto, occorra un intervento immediato sul piano dell’assistenza sociale, fatto salvo un ulteriore intervento sul versante sanitario. Si tratta di elementi preziosi per dimensionare e modulare gli interventi di assistenza domiciliare sociale, sanitaria o integrata».
Una lunga fila per le RSA?
«Al di là delle modalità di risposta e correzione di queste circostanze, è possibile affermare che ci si trova in presenza di una vera e propria fila di anziani in coda – sottolinea il Rapporto – per entrare in qualche lungodegenza, casa di riposo o RSA per mancanza di un intervento puntuale di sostegno economico e sociale domiciliare, che si intuisce possa avere un importante impatto preventivo». «Sostenerli in tutti i modi nelle loro abitazioni, anche attraverso un robusto supporto sociale ed economico, consentirà di rispondere agli effettivi bisogni di questi anziani, a garanzia del diritto pienamente esigibile all’assistenza, secondo il principio dell’equità sociale».
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