Diversi studi affermano che gli over 65 che abitano in città vantano una salute migliore rispetto ai loro coetanei delle zone rurali.
È noto che l’ambiente ha un impatto importante sulla salute in generale e sulla qualità di vita di fragili e anziani in particolare. Ma è meglio una casa in città o in campagna? Dall’ultimo report di Eurostat emerge che gli over 65 che vivono in città sono convinti di godere di una salute migliore dei loro coetanei nelle aree rurali. Sembrerebbe un paradosso considerando i vantaggi di un’esistenza all’aria aperta: più spazio, costi inferiori e meno inquinamento. Tuttavia, questi benefici possono essere controbilanciati da perdite: minori opportunità di lavoro, infrastrutture più deboli (energia, trasporti, reti di informazione e comunicazione). Ma anche un accesso più difficile ai servizi pubblici, come l’assistenza sanitaria e l’istruzione, o ai servizi commerciali e di svago.
La salute (percepita) degli europei over 65 “cittadini”
Forse queste osservazioni possono aiutare a comprendere i risultati dell’indagine europea secondo cui in 8 paesi dell’Unione più del 50% di over 65enni che vivono nelle città affermano di godere di uno stato di salute “buono” o “molto buono”. Le percentuali più elevate si registrano in Irlanda (66%), Svezia (64%) e Belgio (60%). Al contrario le percentuali più basse sono riscontrate in Lituania (11%), Lettonia (15%) e Portogallo (21%). L’Italia si posiziona al centro della classica, come si può osservare dai dati. Inoltre, la differenza maggiore nella percentuale di over 65 che vivono in città e dichiarano uno stato di salute buono o molto buono rispetto alla media nazionale si registra in Slovenia, seguita da Bulgaria e Croazia. Al contrario, la differenza è più bassa in Lussemburgo, Paesi Bassi e Francia. In Italia lo scarto tra il reale e il percepito è minimo.
Tutto il mondo è paese
Se i numeri sono indicativi di una percezione confermata peraltro anche da una precedente indagine dell’OCSE, a conclusioni analoghe sono giunti diversi studi in altri Paesi del mondo, tra cui uno sui senior cinesi ed una ricerca statunitense condotta dall’AARP. Quest’ultima in particolare dimostra che i 50 milioni di americani over 50 residenti nelle zone rurali hanno maggiori probabilità di morire per malattie cardiache, cancro, incidenti, patologie croniche delle vie respiratorie e ictus rispetto ai loro coetanei che vivono nelle aree urbane. Emerge anche qui l’importanza del ruolo svolto dalle differenti caratteristiche sociali e ambientali delle aree urbane ed extra urbane nel determinare lo stato di salute della popolazione (in questo caso di quella anziana).
Uno studio sugli over 65 americani
Per i ricercatori di AARP tali disparità nel campo della salute sono strettamente legate non solo alle condizioni sociali ed economiche, ma anche ai comportamenti sbagliati dei singoli individui. In media, annotano, l’anziano che vive fuori città conta tassi di povertà più elevati e opportunità di lavoro limitate, difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria (spesso anche per la mancanza di un’assicurazione sanitaria) e fattori ambientali a rischio, come l’isolamento e la mancanza di trasporti. Inoltre gli adulti più anziani delle aree rurali mostrano una maggiore propensione al fumo e un minor interesse a praticare esercizio fisico nel tempo libero. Condizioni che, in un paese multirazziale come gli Stati Uniti, pesano maggiormente sulla salute degli over neri e ispanici, a conferma della tesi iniziale.
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