L’ultimo rapporto del Comitato di Giustizia del Parlamento, rileva come i detenuti di età più adulta siano cresciuti del 243% tra il 2002 e il 2020, passando da 1500 a oltre 5000. Il fenomeno del Regno Unito, dove la popolazione carceraria over 60 è in aumento costante dagli inizi del Duemila, e quello dell’Italia.
Il 90% di loro presenta almeno un problema di salute, fisico o mentale, o una disabilità. Più del 50% ha tre o più patologie. Il 70% dei detenuti con più di 60 anni ha ricevuto un trattamento medico nei dodici mesi precedenti all’arresto. Contro il 45% dei soggetti al di sotto dei cinquant’anni.
Una situazione medica di partenza, dunque, ben diversa da quella del resto dei detenuti più giovani, che il carcere spesso tende ad aggravare se non si rivela in grado di rispondere a nuovi bisogni. È il caso dei penitenziari di epoca vittoriana che ancora oggi rappresentano un terzo del totale. Allora erano pensati per uomini e donne giovani e nel pieno delle condizioni fisiche, ma oggi richiedono interventi di adattamento. In primo luogo per essere accessibili ad un numero crescente di persone con ridotte capacità motorie o sensoriali.
L’aumento degli over 60 in carcere
Ma perché i detenuti over 60 aumentano? I fattori sono diversi: l’innalzamento dell’età media della popolazione, l’aumento della durata delle pene detentive negli ultimi dieci anni per reati gravi, la crescita di condanne per reati “storici”, commessi magari molti anni prima e venuti alla luce dopo molto tempo attraverso le nuove tecnologie di indagine forense.
Il fenomeno non è solo inglese, perché in Europa il paese con il maggior numero di persone over 50 in carcere è l’Italia. Il 26% dell’intera popolazione detenuta ha più di cinquant’anni, circa 15 mila e 800 persone, a fronte di una media europea del 14,8%.
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