È vero che è meglio far figli da giovani? Secondo molte star, no. George Clooney, ad esempio, è diventato padre a 54 anni, Bryan Adams ha avuto la sua prima figlia a 51 anni e Steve Martin ha superato addirittura i 60 prima di affrontare la paternità.
Ma non si tratta di un fenomeno che coinvolge solo gli uomini: l’attrice naturalizzata italiana Ramona Badescu, ad esempio, ha appena dato alla luce il suo primogenito all’età di 50 anni. Come lei, anche Gianna Nannini ha avuto la figlia Penelope a 54 anni e pure Heather Parisi ha affrontato la gravidanza in età matura, diventando mamma di due gemelli a 50 anni.
A destare più sorpresa, però, sono casi come quello di Richard Gere, diventato padre per la terza volta a 68 anni, e di Mick Jagger, che ha avuto il suo quarto figlio a 73. Non è certo un segreto, infatti, che la fertilità maschile duri più a lungo e diminuisca gradualmente con l’avanzare dell’età. Secondo alcune ricerche, ad esempio, il tempo medio stimato per l’arrivo di una gravidanza si aggira intorno ai quattro mesi e mezzo se entrambi i partner hanno meno di 25 anni, ma può raggiunge i due anni di attesa se l’uomo ha superato i 40 anni.
Una prospettiva diversa per quanto riguarda le donne: in genere, infatti, la fertilità femminile termina con la menopausa e, quindi, dopo dodici mesi di assenza del ciclo mestruale. E anche se in questi casi le possibilità di rimanere incinta sono molto basse, non sono certo impossibili, soprattutto se si ricorre all’ausilio di metodi medico-scientifici.
Ne è un esempio l’indiana Erramatti Mangamma, la donna più anziana ad essere diventata madre, che all’età di 74 anni ha partorito due gemelle. Dopo il matrimonio nel 1962, infatti, lei e il marito non sono mai riusciti ad avere figli e hanno deciso di rivolgersi a numerosi medici. Hanno incontrato il dottor Shanakkayala Umashankar quando ormai entrambi erano entrati nella terza età, ma questo non li ha scoraggiati. Grazie all’ottimo stato di salute di Mangamma e dopo numerose visite specialistiche, la coppia è stata ritenuta idonea per procedere con la fecondazione in vitro che li ha portati a diventare genitori nel 2018. Una decisione azzardata, forse, ma che è stata condivisa in precedenza anche da Daljinder Kaur Gill, un’altra signora indiana che ha dato alla luce un bambino all’età di 70 anni, ricorrendo anch’essa alla fecondazione in vitro.
Il dibattito etico su queste procedure è quanto mai delicato e acceso, ma è bene chiedersi anche come vivono i figli di genitori adulti. A parlarne è Irena Milentijevic, psicologa americana specializzata in psicoterapia familiare, che sostiene che i figli nati da genitori maturi possano incontrare indistintamente una serie di vantaggi e di svantaggi. I bambini con madri e padri più grandi, ad esempio, sono spesso il centro della vita dei loro genitori: ricevono molta attenzione e si sentono molto amati e desiderati. Sotto questo punto di vista è anche probabile che i genitori più adulti siano già sistemati professionalmente e possano permettersi di trascorrere più tempo con i loro figli. Questo si riflette anche sul versante economico, mostrando come queste famiglie siano più stabili e incontrino più raramente periodi di crisi o situazioni di transizione tra un lavoro e l’altro. Un aspetto che permette ai figli di godere di opportunità educative maggiori: più viaggi, più esperienze e spesso anche più attività extracurricolari. Inoltre, il tasso di divorzi tra i genitori adulti è più basso e questo sembrerebbe giovare all’ambiente emotivo in cui crescono i figli.
D’altra parte, però, i figli di genitori più anziani sono consapevoli che i loro genitori sono più grandi delle madri e dei padri dei loro coetanei e spesso fanno esperienza del “gap generazionale” in maniera più marcata. Questo può trasformarsi nella paura di perdere i genitori molto prima di quanto accada ai propri amici. Inoltre, durante l’adolescenza o nella prima età adulta possono trovarsi di fronte a situazioni in cui la situazione fisica di genitori richiede più attenzioni e un’assunzione di responsabilità emotive, mediche o finanziarie.
In ultimo, quando i figli arrivano tardi i genitori possono diventare iperprotettivi e lasciare loro poca autonomia, creando così un ambiente castrante. Una serie di problematiche che, però, non sono legate solo all’età, ma piuttosto allo stile educativo che si decide di perseguire.
© Riproduzione riservata