I senior di oggi sono i giovani e i giovanissimi di ieri che nelle sezioni di partito e nei circoli territoriali hanno militato, consapevoli di quanto quelle azioni fossero importanti per la vita pubblica. Sono delusi dalle istituzioni ma credono nel potere del voto, soprattutto perché consente di esercitare un diritto.
È un anno in salita quello che ci aspetta. Tante le cose da fare, tante anche le priorità. Una su tutte: la politica deve ricostruire un rapporto con gli over 50 e deve farlo basato sull’ascolto e sul dialogo. I numeri che abbiamo raccolto parlano chiaro: otto italiani su dieci non hanno fiducia nelle istituzioni. Questi dati devono essere sovvertiti perché la politica prima e le istituzioni dopo non possono uscire dalla vita dei senior: sono parte di essa. Lo leggiamo nelle pagine della nostra indagine – realizzata dal Centro Studi 50&Più in collaborazione con Format Research -, c’è delusione tra le persone anziane e il livello di delusione è inversamente proporzionale al gradimento e alle aspettative. Su tutti, l’assistenza sanitaria ma anche lo snellimento della burocrazia e la sicurezza giocano un ruolo chiave nella quotidianità degli over 50. Colpisce molto la risposta che molti degli intervistati hanno dato nel corso dell’indagine: «Andrei a votare anche oggi e lo farei per esercitare un mio diritto». Già, perché la politica riflette – com’è giusto che sia – la vita di tutti i giorni, la politica dovrebbe mettersi al servizio del cittadino partendo proprio dall’ascolto delle istanze. È inutile nascondersi dietro un dito: alle esigenze di molti, oggi, risponde l’associazionismo, il terzo settore. Va da sé però che l’associazionismo e il terzo settore – da soli – non possono sopperire alle carenze delle istituzioni perché hanno volontà, sensibilità e possono sicuramente contribuire a scrivere leggi e decreti ma non possono fare in modo che questi vengano attuati. Più che mai è necessario che i senior si sentano rappresentati dalle istituzioni e quindi dalla politica che c’è dietro il loro agire, la loro programmazione. I senior di oggi sono i giovani e i giovanissimi di ieri, sono coloro che nelle scuole di partito sono cresciuti, che hanno fatto della militanza uno stile di vita e sono delusi, sì, sono molto delusi, perché la politica di oggi non li rappresenta. Ma c’è una speranza in fondo al tunnel – direbbe qualcuno -, la speranza è rappresentata dalla volontà di andare a votare che in tanti hanno espresso. E le persone anziane sanno più dei giovani quanto potere ci sia in una matita, quanto forte sia l’azione che esercitiamo barrando un simbolo perché con quel segno stiamo consegnando il nostro futuro nelle mani di qualcuno che dovrà farne tesoro. A ognuno le proprie responsabilità, dunque, alla politica quella di mettersi in ascolto dei cittadini, soprattutto dei più fragili, alle persone anziane, invece, la responsabilità di trasmettere ai più giovani l’importanza di essere parte di una comunità attiva.
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