La fragilità ossea è responsabile di oltre 9 milioni di fratture ogni anno nel mondo. Quelle causate da fragilità possono essere spontanee o indotte da traumi minimi. Il trauma da caduta però resta quello più frequente. Le ossa più colpite: femore, omero, radio e regione pelvica.
L’osteoporosi è un nemico silenzioso e che ha bisogno di più diagnosi per essere contrastato. Non è un caso che la Società italiana di ortopedia e traumatologia abbia rilanciato un messaggio di attenzione alla prevenzione dal rischio di cadute. Nel periodo estivo, infatti, a causa delle alte temperature, la perdita di equilibrio causata da debolezza muscolare e ridotta coordinazione dei movimenti può essere più frequente.
La fragilità ossea, un problema di salute pubblica
Fra i senior, le donne sembrano correre un rischio più alto di fratture rispetto agli uomini. Secondo i dati dell’International Osteoporosis Foundation, la popolazione femminile over 50 che soffre di osteoporosi rappresenta il 23,1% rispetto al 7% di quella maschile.
La fragilità ossea, secondo le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, è uno dei principali problemi di salute pubblica, perché associata al rischio di fratture e alle conseguenti implicazioni in termini di mortalità, riduzione dell’autonomia e costi sanitari. I principali cambiamenti che possono determinarla si verificano con l’avanzare dell’età, quando aumenta la porosità delle ossa e ne diminuisce la massa.
Oltre nove milioni di fratture ogni anno nel mondo
Nelle donne in menopausa, anche la mancanza di estrogeni concorre a diminuire i livelli di densità minerale ossea. Negli uomini, la struttura ossea appare più forte e sembra possa tollerare carichi maggiori, ed è stata rilevata una correlazione diretta tra massa muscolare e ossea, mentre nelle donne la densità minerale ossea è direttamente correlata al tessuto adiposo. La fragilità ossea è responsabile di più di 9 milioni di fratture ogni anno nel mondo: quelle causate da fragilità possono essere spontanee o indotte da traumi minimi, che in condizioni normali non causerebbero una lesione simile. Ma il trauma da caduta resta quello più frequente. Le ossa più colpite sono il femore, l’omero e il radio, e quelle della regione pelvica.
Fratture in aumento nel 2030
Si calcola che il numero totale di fratture da fragilità in Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Svezia, aumenterà dai 2,7 milioni del 2017 ai 3,3 milioni del 2030. In particolare per la frattura del femore e della colonna vertebrale, gli aumenti previsti sono rispettivamente del 28% e del 23%. I fattori di rischio non sono solo l’età e il sesso, ma anche una precedente frattura.
Fare prevenzione
L’attività fisica, con esercizi personalizzati di rinforzo muscolare, rieducazione all’equilibrio e alla deambulazione hanno mostrato di poter ridurre il rischio di cadute e i conseguenti traumi correlati. Per gli anziani è anche importante introdurre un corretto apporto di vitamina D, la cui prescrizione deve sempre essere stabilita da un medico.
Pure l’ambiente domestico deve essere ricalibrato in base alle necessità, valutando se eventuali elementi come tappeti, scarsa illuminazione, possano rappresentare degli ostacoli al movimento.
Una corretta diagnosi dell’osteoporosi
Una corretta valutazione della fragilità permette di identificare precocemente i soggetti ad alto rischio di fratture. Spesso, però, i pazienti non ricevono un corretto inquadramento diagnostico e di conseguenza un adeguato trattamento farmacologico.
Secondo la Commissione intersocietaria per l’osteoporosi, ad un anno dalla diagnosi di frattura da fragilità solo il 50% dei pazienti presenta un’aderenza alla terapia. In particolare, le donne fra i 50 e gli 80 anni, a seguito di una frattura da fragilità, presentano un rischio di svilupparne un’altra cinque volte superiore rispetto a coloro che non ne hanno avute.
Ciononostante, il 60-85% delle donne over 50 con osteoporosi non riceve alcun trattamento. Eppure, attraverso specifici esami del sangue e la mineralometria ossea computerizzata (o Moc), è possibile ottenere una corretta valutazione della densità ossea, e identificare precocemente i soggetti a più alto rischio. Per questo, la Società italiana di ortopedia e traumatologia, raccomanda alle donne over 50 e agli uomini over 65, visite specialistiche per valutare lo stato di salute delle ossa e prevenire la comparsa di fratture.
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